In seguito all’approvazione delle azioni di responsabilità nei confronti delle vecchie gestioni, Veneto Banca e Popolare di Vicenza sono impegnate nel percorso che porterà al rimborso degli azionisti, che si sono visti praticamente azzerare il valore delle loro azioni. Due giorni fa si è tenuto a Milano il cda dell’istituto di credito guidato da Carrus e, a quanto emerge, si procede verso l’ipotesi di una transazione con i soci, risarcendo il 15% del prezzo pagato per i titoli.
Gli azionisti, 88 mila circa, dovrebbero in cambio rinunciare ad agire verso la banca stessa. Stessa linea dovrebbe essere seguita da BpVi, che conta complessivamente oltre 100 mila soci.
L’esborso per tutte le transazioni dovrebbe arrivare ai 600 milioni per i due istituti, entrambi controllati dal Fondo Atlante. La proposta potrebbe diventare realtà entro gennaio 2017, mese in cui Veneto Banca e BpVi sono chiamati a presentare il progetto di fusione.
La prossima settimana, intanto, sono attesi due nuovi cda in cui gli istituti dovrebbero presentare il piano di convergenza.
I risparmiatori continuano ovviamente ad esprimere la loro rabbia per le perdite subite. Basti pensare che il valore dell’azione è passato da un massimo di 62 € a 0,10€ nel caso di Vicenza e da 40,75 € sempre a 10 centesimi per Veneto Banca.
Come ha dichiarato Fabrizio Viola, Ad di BpVi nonché consigliere di Montebelluna, è necessario ristabilire il clima di fiducia. Proprio per questo motivo Veneto Banca sta accelerando i tempi per attivare i tavoli di conciliazione con i risparmiatori, attesi entro fine gennaio, e per studiare un’offerta commerciale che permetta di trattenere i clienti.