Il nuovo amministratore delegato di Veneto Banca, Cristiano Carrus, ha annunciato oggi che il piano piano 2015-2020 dell’istituto punta a raggiungere “una soddisfacente e sostenibile redditività, con un piccolo ritorno all’utile nel 2016: non centinaia di milioni, ma 10-15 milioni”.
Il nuovo piano prevede anche la chiusura di 130 filiali, di cui 70 dal vecchio piano e 60 nuove, e 430 esuberi, al netto di 57 nuovi ingressi.
Nell’arco del piano la Banca punta a raggiungere un Rote attorno al 7%, “al lordo dei dividendi che possiamo provare a tornare a distribuire non prima però del 2018”, ha aggiunto Carrus.
Nel 2018 l’utile è previsto poi a circa 160 milioni e nel 2020 a 240 milioni. Il payout è visto rispettivamente a 49 milioni nel 2018 e a 72 milioni nel 2020, cioè a circa il 30% degli utili.
“Se ci lasceranno distribuire di più lo faremo – ha precisato l’ad –, anche per compensare chi ci ha sostenuto e quindi possiamo immaginare ad andare a distribuire maggiori dividendi per rispetto a chi purtroppo al momento ha in mano un problema serio e grosso”.
Il common equity tier 1 è visto al 14% nel 2018 e al 16% nel 2020 e l’incidenza dei crediti deteriorati rispettivamente al 24% e al 20% (dal 27% di fine 2015).
La chiusura delle filiali, che scenderanno a quota 426 nel 2018 dalle 556 del 2015, comporterà un risparmio di 19 milioni a regime. Quanto agli esuberi, Carrus ha sottolineato che Veneto Banca “può gestire tali esuberi senza impatti sociali. A tempo debito aprirò i negoziati sindacali – ha proseguito – se mi seguiranno col senso di responsabilità che hanno sempre dimostrato penso potremmo ridurre gli impatti sociali”. Prevista, tra le altre cose, l’apertura di piani di prepensionamento.