Potrebbe sembrare paradossale, ma è realtà: il rischio più grande che Veneto Banca corre dopo l’avvio dell’aumento di capitale è che quest’ultimo abbia “troppo successo”. Nel caso in cui i soci aderiscano alla ricapitalizzazione in misura decisamente superiore alle previsioni, detenendo una percentuale superiore al 50 per cento del capitale dell’istituto, potrebbero verificarsi alcuni problemi.
Il motivo lo ha spiegato il direttore generale Cristiano Carrus rispondendo alle domande dei cronisti nel corso della presentazione del progetto di ricapitalizzazione e quotazione in Borsa dell’istituto Veneto: “Il fondo Atlante ha subgarantito a condizione di avere 50,1% del capitale”.
Nell’eventualità che questo scenario si verifichi, naturalmente Atlante potrebbe decidere di rinunciare alla condizione di avere la maggioranza, “ma è una decisione che può prendere solo Atlante, non noi”, ha notato Carrus. Il banchiere ha poi spiegato che la garanzia dell’operazione è interamente trasferita ad Atlante e che quindi in nessun caso potrebbe tornare in capo alle banche del consorzio di collocamento.
Il Consiglio di Amministrazione dell’istituto bancario si è comunque detto “molto ottimista” sull’esito dell’aumento di capitale, finalizzato al’IPO. Carlotta De Franceschi, Presidente del comitato esecutivo dell’istituto veneto, nel corso di una conferenza stampa, ha dichiarato che “Ci sembra di percepire entusiasmo e attivismo da parte del territorio e stiamo lavorando senza sosta per portare a termine il rafforzamento di questa banca”.