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Venerdì 24 gennaio apre Arte Fiera: Bologna capitale dell’arte fino a maggio

I giornali stranieri cominciano a scriverlo e Bologna comincia a crederci: la turrita è città d’arte, anzi nel 2014 diventa una delle capitali dell’arte, grazie alla 38esima edizione di ArteFiera che apre i battenti venerdì 24 gennaio e a una delle mostre più attese dell’anno, “La ragazza con l’orecchino di perla – il mito della Golden Age, da Vermeer a Rembrandt”, in calendario dall‘8 febbraio al 25 maggio, già visibile su prenotazione a fine mese. Si tratta di due eventi attorno ai quali la città sta lavorando febbrilmente, calibrando trasporti, servizi, accoglienza.

ArteFiera è un punto di riferimento per il mercato dell’arte nazionale e internazionale e continua a crescere e a misurarsi con nuove sfide. Nell’edizione 2014 i galleristi sono 172, con un aumento record del 27% rispetto allo scorso anno. L’obiettivo è attirare sempre più visitatori (42mila nel 2013) e soprattutto sempre più collezionisti. Sotto il profilo commerciale la manifestazione vuole restare quella che è sempre stata: una grande mostra mercato dove si compra e si vende, una vetrina per i galleristi, soprattutto italiani, riuniti sotto uno stesso tetto. In questa edizione, i direttori artistici Claudio Spadoni e Giorgio Verzotti, hanno deciso di introdurre, in un contesto che ha sempre privilegiato il contemporaneo, anche il moderno e in particolare il tardo ‘800 italiano. All’appello sono state chiamate dieci gallerie “che rappresentano – sostengono – il meglio in quest’ambito”. Per andare incontro a chi ha voglia di mettersi un po’ di arte in casa, ma non ha abbastanza risorse, l’attuale direzione ha voluto dare spazio anche alla fotografia, affidandone la cura a MIA Fair. Infine Focus sull’Est Europa e i giovani. Oltre 2000 le opere esposte e in vendita su 10mila metri-quadri di spazi, 1100 gli artisti rappresentati. Il presidente della Fiera, Duccio Campagnoli, conferma inoltre che a settembre il format si sposterà in Cina, a Shanghai. “Siamo i soli con Basilea – afferma – ad avere più sedi nel mondo”.

Oltre la mostra mercato, ArteFiera è un vero e proprio evento culturale per l’intera città che, per una settimana, si trasforma “in museo metropolitano – dice Lorenzo Sassoli de’ Bianchi, presidente del Mambo, museo di arte moderna – con questo intendo che Bologna fa, nell’area urbana, quello che il Metropolitan di New York fa in un museo, cioè accompagna il visitatore in un percorso sull’arte lungo i secoli”. Tutti i musei del capoluogo, da quello archeologico a quello della musica, sono coinvolti, ma anche le gallerie, i ristoranti, i negozi, persino le case private, per mostre, feste, percorsi culturali e culinari. Il pacchetto “Art City” è pienissimo e contiene una quarantina di proposte, per le quali il Comune non ha previsto fondi straordinari, ma ha messo almeno a disposizione una piantina. “Il piatto è così ricco – dice Sassoli – che i visitatori hanno sempre la sensazione di perdersi qualcosa e in fondo è vero, ma è bello così”. Fra le proposte ne segnaliamo due: la mostra di fotografie “Mondi industriali 014”, al Mast, il nuovo spazio offerto alla città da Isabella Seragnoli (GD) e “Il piedistallo vuoto – Fantasmi dall’Est Europa”, al museo archeologico con oltre 100 opere di artisti scoperti nell’era post sovietica e prestate da collezionisti. Sabato 25 è dedicato alla Notte Bianca, con un centinaio di eventi che animeranno la città dopo la chiusura dei cancelli della Fiera.

Archiviato questo capitolo il 31 gennaio si apre quello dedicato a Vermeer e ai capolavori della Golden Age del museo Mauritshuis dell’Aia. In prevendita sono già stati polverizzati circa 70mila biglietti, per una mostra che parte ufficialmente l’8 febbraio. Dal 31 però si possono fare delle visite esclusive, si tratta di proposte dedicate a un pubblico elitario pronto a spendere un  po’ di più per garantirsi il privilegio di una visita guidata dal curatore e di una buona cena in un contesto magico, come la sede espositiva di Palazzo Fava. Sul sito di Linea d’ombra, che ha organizzato l’evento in collaborazione con la Fondazione Carisbo e il circuito museale Genus Bononiae, ci sono tutte le possibilità, da quelle comuni a quelle super chic. Per chi vuole soffermarsi un po’ più a lungo davanti alla “Ragazza con turbante”, che dopo Bologna tornerà all’Aia per non uscirne più, ci sono 6 giorni, dal 31 gennaio al 5 febbraio, dalle 10 alle 17, al prezzo di 40 euro; nello stesso periodo la visita, con buffet, dalle 19 alle 21,20 costa invece 80 euro a persona. Per il giro con il curatore Marco Goldin e la successiva cena al prezzo di 150 euro a persona (l’incasso sarà devoluto in beneficenza) non c’è più posto, a riprova che il lusso è sempre anticongiunturale. L’occasione di vedere un’icona dell’arte comunque è alla portata di tutti: in vendita ci sono pacchetti con pernottamento in città e biglietto per la mostra che non superano i 50 euro. Dall‘8 febbraio al 25 maggio poi il biglietto con prenotazione costa 13 euro (12 euro senza prenotazione); con visita guidata 21 euro; con visita alle 7 sedi di Genus Bononiae 18 euro.

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Categories: Cultura
Tags: ArteBologna