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Varoufakis: con taglio al debito, accordo in una notte

Cosa intende Alexis Tsipras quando chiede ai partner europei un atteggiamento più realista sulla Grecia? Lo spiega Yanis Varoufakis, ministro delle Finanze, in un’intervista alla Bild tedesca: la Grecia ha bisogno di “una ristrutturazione del debito. Solo in questo modo possiamo garantire ed effettivamente portare a termine il rimborso di una quota la più ampia possibile di debito“. Varoufakis si è detto pronto a rinunciare da subito a ulteriori prestiti e programmi di aiuto se il gruppo di creditori internazionali – Fmi, Bce e Commissione Ue – offrisse una ristrutturazione del debito che, secondo Varoufakis, è una soluzione appoggiata anche dall’Fmi. Inoltre, Atene ha bisogno di “un allungamento delle scadenze”.

 Il Governo in carica, ha continuato il Ministro, vuole scongiurare una Grexit: “Questa opzione non ha senso e la escludo – ha detto al quotidiano – ma mai dire mai, anch’io non posso escludere che una cometa possa scontrarsi con la Terra”. “Non vogliamo altri soldi”, ribadisce Varoufakis, secondo il quale Berlino “ha già dato troppo”. Atene non ha bisogno di nuovi finanziamenti “per salari, pensioni o rimborsi” e un accordo “potrebbe essere firmato in una notte” ma “solo se è presente anche il cancelliere Merkel”.

 Il nuovo piano di austerità chiesto dai creditori “appartiene al passato. Non si scappa: dobbiamo fare tabula rasa e ricominciare da capo”, ha sottolineato Varoufakis, ammettendo, tuttavia, enormi problemi amministrativi: “Il nostro problema con l’Iva è che non siamo in grado di aumentarla” ma un aumento al 23% dell’aliquota per i beni di prima necessità, aggiunge, “farebbe affluire ancora meno Iva nelle casse dello Stato”.

A Berlino, intanto, è in corso la riunione della dirigenza Cdu, i cristiani democratici della cancelliera Merkel. E il clima è di crescente tensione: L’Unione Europea deve mettere a punto un piano di emergenza per affrontare l’evenienza di un’uscita della Grecia dall’area dell’euro, ha chiesto il commissario europeo agli Affari economici e digitali, Guenther Oettinger. Se Atene non risponde alle richieste dei creditori internazionali di ulteriori tagli al sistema pensionistico e i negoziati dovessero fallire, la Grecia diventerà “dal primo luglio – osserva – zona di emergenza” per l’Europa. Ai negoziati è, quindi, necessario affiancare una serie di incontri tra le parti, compresa la Commissione Ue, per mettere a punto un piano B. Secondo Oettinger, la Grecia, infatti, avrà considerevoli problemi nei settori dell’energia, della sicurezza e della sanità se i negoziati falliranno. Obiettivo primario rimane il mantenimento di Atene nell’Eurozona anche se “i contribuenti tedeschi non possono pagare le pensioni ai greci”.

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