La Procura di Potenza ha disposto il “dissequestro temporaneo” del Centro oli di Viggiano (Potenza) dell’Eni dove, fino al 31 marzo scorso, venivano trattati circa 75 mila barile di petrolio al giorno, prima del sequestro di due vasche e di un pozzo di re-iniezione nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata. Lo ha reso noto l’Eni, che ha ricevuto oggi la notifica del dissequestro. Ieri i consulenti della Procura avevano espresso parere favorevole ai lavori di modifica dell’impianto.
Il dissequestro ha lo scopo di permettere l’esecuzione di alcuni lavori di “modifica tecnica proposti da Eni nell’ambito dell’istanza di dissequestro presentata dalla società lo scorso 20 maggio e accolta dalla Procura”. I lavori dovrebbero concludersi “entro un termine massimo di tre mesi. Una volta verificata la correttezza di attuazione della modifica – ha aggiunto la compagnia petrolifera – la Procura procederà al dissequestro definitivo”.
L’Eni ha ribadito di voler “continuare a fornire la massima collaborazione alla magistratura nell’interesse che possa essere fatta quanto prima chiarezza sulla vicenda, in attesa del giudizio da parte delle autorità giudiziarie che Eni confida potrà chiarire la correttezza del proprio operato”. Oggi Eni registra in Borsa perdite in linea con l’andamento, negativo, del Ftse Mib: a inizio pomeriggio il titolo perde l’1,4% a 13,54 euro.