Eni avvia la cassa integrazione ordinaria in Val d’Agri, per i 354 dipendenti del Centro Oli di Viggiano, messo sotto sequestro dalla Procura di Potenza nell’ambito del’inchiesta sui presunti illeciti nello smaltimento delle acque reflue. Lo ha comunicato il gruppo petrolifero nazionale precisando che “in seguito alla conferma da parte del Tribunale di riesame di Potenza del sequestro di impianti funzionali all’operatività del Centro Olio Val d’Agri, disposto dalla Procura di Potenza, e all’interruzione delle attività, Eni ha incontrato le Segreterie Territoriali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e le Segreterie Confederali Cgil, Cisl e Uil della Basilicata per rappresentare la situazione del personale del Centro Olio Val d’Agri, che impiega attualmente 354 dipendenti”.
Nella logica di attuare “una graduale messa in sicurezza degli impianti, in attesa di ulteriori sviluppi della situazione”, l’Eni ha informato i sindacati che “avvierà nell’immediato un piano di riallocazione delle risorse nell’ambito delle proprie attività e, contestualmente, attiverà le procedure per la richiesta delle misure di supporto al reddito dei lavoratori (cassa integrazione guadagni ordinaria). Sono inoltre in corso di consegna le lettere di sospensione contrattuale e degli ordini di lavoro con i fornitori del Centro Olio”.
L’impatto si avrà dunque non solo sui dipendenti ma anche sulle ditte appaltatrici dell’indotto. E infatti è stata dura la reazione di Federpetroli: “Con l’annuncio del blocco dei contratti con i fornitori dell’indotto industriale del Centro Oli di Viaggiano (Potenza) in Basilicata e la cassa integrazione, Eni commette un suicidio aziendale. Chiediamo che si rifletta, prima di fare altre operazioni azzardate da parte dell’azienda energetica di Stato” ha attaccato il presidente Michele Marsiglia, dopo la diffusione del comunicato del Cane a Sei Zampe.
Eni ha confermato che presenterà ricorso in Cassazione contro il provvedimento di sequestro. Inoltre, separatamente dal ricorso in Cassazione, chiederà “un incidente probatorio tecnico in contraddittorio con la Procura: un’istanza in tal senso sarà depositata a breve. L’istanza farà leva proprio sulle chiare evidenze scientifiche elaborate da un collegio di periti indipendenti che conferma il rispetto da parte dell’impianto delle best practice internazionali, adottate per impianti analoghi in tutto il mondo, e della normativa italiana”.