“Lo scandalo del Monte dei Paschi? E’ lo specchio dei paradossi e delle anomalie italiane. Una banca che trucca i bilanci, revisori e controllori che non se ne accorgono, il ministro del Tesoro che non trova di meglio che sparare sulla Banca d’Italia e la propaganda politica che specula sul caso prima che siano realmente accertate tutte le vere responsabilità. E’ un po’ come, se dopo una rapina, anziché arrestare i banditi qualcuno proponesse di arrestare il questore perché non l’ha prevenuta. Via non facciamo ridere. E’ mai possibile che dobbiamo fare sempre peggio degli altri? Cerchiamo piuttosto di fare piena luce e in fretta sullo scandalo Mps, ma senza lasciarci sedurre né da Grillo né da Grilli. E facendo tesoro delle migliori pratiche internazionali in casi di crisi bancarie”.
Di fronte al ciclone Mps Giacomo Vaciago, economista brillante e spesso controcorrente oltreché docente di politica monetaria dell’Università Cattolica di Milano, è un fiume in piena. Sentiamolo.
FIRSTonline – Professor Vaciago, il caso Mps si sta ingigantendo di ora in ora e il crollo del titolo in Borsa parla chiaro: quali sono, secondo Lei, le prime riflessioni e quali le cose da fare al più presto?
VACIAGO – Mi pare che in questi casi l’esperienza internazionale maturata proprio in questi anni di crisi suggerisca almeno quattro punti fermi. Primo: quando una banca, soprattutto grande, va in crisi va salvata senza se e senza ma. Guai a lasciarla fallire. L’unica volta in cui, il 15 settembre 2008, è stato fatto il contrario con il fallimento della Lehman tutto il mondo ne ha fatto le spese, perché la crisi finanziaria da limitata ai mutui subprime è diventata di colpo sistemica. Quindi Mps va salvata a tutti i costi, ma nel dovuto modo.
FIRSTonline – E cioè come?
VACIAGO – Come hanno fatto a Washington, a Londra e a Stoccolma. Di fronte a crisi così gravi, una grande banca va salvata con una temporanea – e ripeto: temporanea – nazionalizzazione. Non bisogna avere paura della parole e nemmeno diventare prigionieri delle ideologie: quando hanno deciso la parziale e temporanea nazionalizzazione delle banche, non è che Usa, Gran Bretagna e Svezia siano improvvisamente impazziti o siano diventati statalisti. Via non scherziamo: piuttosto che prestare soldi con i Tremonti bond o con i Monti bond a una banca che non si sa più nemmeno che cosa sia come il Monte dei Paschi, è meglio seguire la via più lineare. Vale a dire: lo Stato entra e nazionalizza la banca per un certo tempo ed esce non appena la banca è risanata e sta in piedi con le sue gambe.
FIRSTonline – Ma nazionalizzare il Monte dei Paschi oggi sarebbe un po’ fare di tutte le erbe un fascio a Siena e svalutare l’enorme lavoro di bonifica e di ricostruzione che in questi mesi hanno fatto Alessandro Profumo e Fabrizio Viola: vogliamo buttare via tutto?
VACIAGO – Al contrario. Nazionalizzare non vuol dire negare la bontà del lavoro della nuova guardia. Il Governo potrebbe benissimo nominare Profumo e Viola commissari straordinari del Monte.
FIRSTonline – Professore, il Governo è dimissionario e siamo in piena campagna elettorale: è nella pienezza dei poteri per nazionalizzare Mps e nominare commissari?
VACIAGO – Questo è aspetto importante ma offre anche l’occasione per richiamare il terzo punto che dovrebbe ispirare la gestione della crisi del Monte. Che indecente spettacolo vedere il ministro del Tesoro Grilli attaccare la Banca d’Italia e che squallore le speculazioni politiche. Che immagine stiamo dando dell’Italia al mondo in questa occasione? Rischiamo di perdere di colpo tutta la credibilità internazionale recuperata nell’ultimo anno. Possibile che la classe dirigente di questo benedetto Paese non comprenda che, quando la casa brucia, è obbligatorio fare squadra? I conti si regoleranno poi, ma adesso bisogna fare quadrato. Quando hanno salvato le banche americane, la Casa Bianca, il Tesoro Usa e la Fed
si muovevano in piena sintonia. Idem in Gran Bretagna. Solo noi non impariamo mai niente.
FIRSTonline – Quindi, Lei dice: salvare Mps, nazionalizzarlo temporeamente e fare squadra. Giusto?
VACIAGO – Sì,ma c’è un quarto punto che non meno importante.
FIRSTonline – Quale sarebbe?
VACIAGO – L’accertamento immediato di tutte le responsabilità, ma partendo dalla testa e non dalla coda. Quando c’è una rapina in banca non si arresta il questore perché non l’ha prevenuta: prima di tutto si arrestano i banditi. O no?
FIRSTonline – Sta dicendo che la Banca d’Italia – diversamente da quanto pensano Tremonti e Grilli – non ha alcuna responsabilità e che non poteva sapere che cosa stava realmente avvenendo nel 2009 e nel 2010 a Siena?
VACIAGO – Questo lo vedremo. Non voglio fare difese acritiche e preventive di Via Nazionale, che non ne ha bisogno. Ma non si può fare giustizia un tanto al chilo. Prima di tutto bisogna capire che cosa è realmente successo a Siena: il caso del Monte dei Paschi è uguale o no a quello Parmalat? Ci fu truffa e falso in bilancio? Chi sono i responsabili materiali? Il management o anche i revisori e i sindaci? Ci fu sciatteria o connivenza? Quanto alla Banca d’Italia: ci furono ispezioni negli anni 2009 e 2010 e a quali conclusioni arrivarono? Sono tutte domande che ancora non hanno una risposta precisa ma che dovranno averla molto presto. La giustizia deve fare il suo corso senza guardare in faccia a nessuno. Ma attenzione ai polveroni e ai pasticci all’italiana.
FIRSTonline – In un Paese normale che cosa sarebbe successo?
VACIAGO – Lunedì scorso, raccolte tutte le informazioni, il Ministro del Tesoro avrebbe preso una decisione e l’avrebbe comunicata ai mercati. E’ così che fanno nei Paesi normali: quando c’è un problema, c’è un Governo che lo risolve.