X

Vaciago: “Ben venga il rinvio di Basilea 4 ma senza investimenti non si riparte”

“Stiamo vivendo in un mondo mai visto prima, dove le leggi dell’economia sono sospese”. Un mondo in deflazione, sostenuto da banche centrali che immettono denaro a più non posso. Per Giacomo Vaciago, economista raffinato, 50 anni passati a occuparsi di economia e finanza, interpretare la situazione attuale e fare previsioni è diventato sempre più azzardato. Non a caso dopo il voto sulla Brexit, la vittoria di Donald Trump, il naufragio del referendum costituzionale italiano, molti analisti si aspettavano un crollo delle Borse e invece c’è stato un rally. Non a caso le banche in crisi, invece di sprofondare sui mercati finanziari, avanzano. Il motivo è che nuotano in un mare di liquidità, un mare di soldi a costo zero che non si era mai visto prima.

FIRSTonline – Professor Vaciago, partiamo dalle banche e dalla Borsa, cosa sta succedendo, come mai la reazione dei mercati alle notizie e agli eventi è così diversa da come ci aspettiamo?

VACIAGO – La realtà è che le banche nuotano in un mare di liquidità fornita loro dalle banche centrali e quindi i mercati non reagiscono. La Borsa tratta le banche meglio di quanto meritano, sottovalutando i loro problemi. Pensa: “c’è una piscina: si nuota!”. Finché Mario Draghi fornisce liquidità, la Borsa non reagisce come dovrebbe. Le banche dimezzano il profitto? Chi se ne importa!  La Bce fornisce soldi a tasso zero e andrà avanti così finché sarà necessario, finché l’economia ripartirà e la deflazione cesserà. Io non ricordo un mondo così sui libri di testo. Oggi le leggi dell’economia sono sospese. Le banche centrali sono nate con l’obiettivo di evitare un’inflazione eccessiva. Anche loro sono stupite, non sono allenate alla deflazione, non sono nate per questo, ma per prevenire i fallimenti bancari indotti dall’eccesso d’inflazione. Eppure le cose andranno avanti in questo modo.

Stiamo attenti però, le nostre imprese migliori crescono ovunque meno che in Italia. Lo stesso si può dire delle altre grandi imprese europee. Tutte in realtà crescono nei paesi emergenti, dove il profitto c’è perché si produce quello che è necessario, dove la gente è affamata. Non si cresce per l’immissione di soldi e basta.

FIRSTonline – Intanto però le banche hanno bisogno di altri soldi, di nuovi aumenti di capitale. Il rinvio di Basilea 4 e la dotazione di 20 miliardi stanziati dal Tesoro per il sistema bancario  possono bastare per ridare stabilità agli istituti italiani e per far ripartire il credito alle famiglie e alle imprese?

VACIAGO – L’applicazione di Basilea 4 è stata rinviata perché nessuno era pronto e tutte le banche del mondo hanno protestato. Meno male che se ne sono accorti. Il sistema invece riparte solo con investimenti privati e pubblici, quelli sono il carburante per far girare il motore. Purtroppo in Italia io non vedo né gli uni né gli altri, vedo solo un Paese immobile. In un contesto simile nessun credito va a buon fine.

FIRSTonline – Che cosa pensa del salvataggio del Monte dei Paschi? La sostanziale nazionalizzazione temporanea che si prefigura può finalmente eliminare un rischio sistemico?

VACIAGO – Quella di Monte Paschi è una nazionalizzazione tardiva. Siena, fra l’altro, è solo la punta di un iceberg, perché le banche sottocapitalizzate in Italia sono almeno dieci, da Genova alle Marche e oltre. Il problema è che queste banche hanno fatto credito a chi non doveva ricevere dei soldi. I crediti non si sono deteriorati, sono nati deteriorati. A un certo punto nelle nostre banche sono entrati i politici, brave persone in alcuni casi, ma se allo sportello comanda il cliente, perché è amico dell’amico dell’amico, le cose vanno male. Sono otto anni che siamo a conoscenza dei problemi. In tali situazioni la prima regola da applicare dovrebbe essere “salvare la banca e mettere in galera i banchieri”, noi abbiamo fatto il contrario, abbiamo salvato i banchieri e imprigionato le banche nei loro guai. Anche Londra e Washington hanno nazionalizzato temporaneamente e poi hanno rivenduto le banche, ma sono luoghi dove la giustizia funziona.

FIRSTonline – L’inflazione in Germania sembra in ripresa. Lo stesso si può dire per quasi tutta la zona euro e in parte per l’Italia, in dicembre c’è stato un incremento, anche se il 2016 si è chiuso in deflazione. La ripresa dell’inflazione è un bene o no? E l’Italia reggerà il passo col resto d’Europa?

VACIAGO – Se l’inflazione riparte è sicuramente un bene e siamo tutti più rilassati. Se la situazione si normalizzerà, non potremo che guadagnarci, perché sarà conveniente per tutto il mondo tornare a investire qui. L’Italia è fortemente integrata al resto d’Europa e si metterà in scia agli altri paesi.

FIRSTonline – Guardiamo nella sfera di cristallo e cerchiamo di fare previsioni per il 2017, pensando anche alle grandi novità che ci attendono, dall’entrata di Donald Trump alla Casa Bianca, alle elezioni in Francia e Germania, alla Brexit. Lei come vede lo scenario del nuovo anno? 

VACIAGO – Per ora l’effetto Trump è positivo. L’economia Usa non ha grossi problemi alle spalle, può investire e dare benefici. Il debito e i tassi saliranno. Certo, al momento si è visto solo l’effetto annuncio. I conti veri si faranno dopo il 20 gennaio. Però Hillary Clinton non aveva capito che in America anche un poveraccio sogna di diventare ricco. La buona famiglia che va alla Casa Bianca perché ha un bel cognome è démodé, largo a chi ha un sogno. Trump nasce immobiliarista e per definizione vuole la crescita. Credo che l’Europa e l’Italia invece tireranno a campare.

Ricordiamoci che Bruxelles non ha un governo eletto, noi vogliamo fare gli Stati Uniti, ma non abbiamo la Casa Bianca! L’Italia, non ha voluto cambiare nemmeno la Costituzione, è condannata a governi transitori. Non è mai chiaro se quando un politico va a Palazzo Chigi, viene promosso o messo in castigo. Kohl ha governato la Germania per 16 anni, Angela Merkel per 12 e nessuno ha mai temuto una dittatura. Da noi un Presidente del consiglio dopo tre anni puzza. Purtroppo temo che il prossimo anno sarà uguale agli ultimi dieci. Noi cresciamo meno degli altri perché non facciamo investimenti necessari all’innovazione, quelli che porterebbero guadagni e produttività. La Brexit è imprevedibile, molto dipenderà dagli accordi.

FIRSTonline – In calendario ci sono anche le elezioni in Francia e Germania.

VACIAGO – I francesi voteranno sulla spinta delle emozioni e non mi spingo a fare previsioni. Angela Merkel è a rischio, perché si trova stretta fra l’incudine e il martello. Spero solo che non esca una Germania in salsa italiana, semi ingovernabile e indebolita. Qualcuno, per fare lo spiritoso, dice che invece della Gran Bretagna o della Grecia è la Germania che dovrebbe uscire dall’Europa, senza rendersi conto che la Germania è il perno dell’Europa, quello centrale, che regge comunque l’intera trottola.

Related Post
Categories: Interviste