L’Agenzia del Farmaco Italiana (Aifa) stringe i tempi: la terza dose del vaccino anti-Covid si potrà fare a partire dal quinto mese dopo la seconda. In precedenza, il termine era di sei mesi, soglia oltre la quale la copertura vaccinale inizia a calare. La decisione, spiegano gli esperti, è stata presa in un’ottica di massima precauzione, considerata la ripresa della curva pandemica e l’aumentata circolazione del virus. Il provvedimento entra in vigore da domani.
Le scorte di vaccini non sono un problema: sono già disponibili otto milioni di dosi e altri 8,6 milioni di fiale Pfizer e Moderna sono in arrivo. In meno di un anno, all’Italia sono stati consegnati più di 101 milioni di dosi.
Dal 22 novembre, 16 milioni di persone dai 40 anni in poi possono prenotare la terza dose. Entro fine mese dovrebbe arrivare anche il via libera per la vaccinazione dei bambini fra i 5 e gli 11 anni, che sono più di tre milioni.
Continua invece a rimanere scoperta quella parte del Paese – circa 7 milioni di persone – che finora ha scelto di non iniziare nemmeno il ciclo vaccinale, nella convinzione scientificamente errata che l’inoculazione sia più pericolosa della malattia. È possibile che almeno una parte di queste persone scelga di vaccinarsi nelle prossime settimane, visto che il governo sta per introdurre nuove restrizioni solo per i no-vax.
La Regione più a rischio è il Friuli Venezia Giulia, che lunedì ha superato tutti i parametri per il passaggio in zona gialla. Nella provincia di Bolzano sono alti i contagi e i ricoveri, mentre la percentuale di vaccinati è particolarmente bassa, circa il 10% in meno della media italiana. Chiudono quindi discoteche e sale da ballo. Nei locali si potrà consumare al tavolino con massimo quattro commensali fino alle 18. In 20 Comuni la situazione è ancora più preoccupante: solo per loro il presidente Arno Kompatscher fa scattare il coprifuoco dalle 8 di sera alle 5 del mattino.