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Vaccino solo nel 2021, il super-euro spaventa la Bce

Pixabay

Sale il petrolio e soffre il dollaro, così come i listini azionari. È questa la risposta dei mercati alla Fed, che non ha voluto (o potuto) dare il via a nuove misure di sostegno a Wall Street. “Le prossime settimane – commenta Alessandro Fugnoli – saranno tormentate e nervose, ma la linea espansiva non cambia”, secondo un copione che accompagnerà i mercati alle elezioni Usa di novembre. In questa cornice si spiega l’incertezza dei mercati asiatici alla fine della settimana.

CINA E USA TRATTANO SUI GIOCHI. VICINO L’ACCORDO SU TIK TOK

Il Nikkei di Tokyo è invariato nel finale di seduta e chiude la settimana con un calo dello 0,3%.

L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen guadagna lo 0,6%, l’Hang Seng di Hong Kong +0,3%, ma la settimana si chiude con un lieve ribasso (-0.2%). Tencent è in calo del 2%: Bloomberg ha scritto che la Casa Bianca ha ordinato ad alcuni grandi nomi dell’industria dei videogame di fornire immediatamente un’ampia documentazione sui protocolli utilizzati nella gestione dei dati dei giocatori con passaporto statunitense.

Trump ha però approvato il progetto di cambio di proprietà di TikTok: la cinese ByteDance resta nel capitale insieme a Oracle in attesa dell’Ipo a Wall Street.

Ieri il Nasdaq ha chiuso in calo dell’1,3%. Stamattina il future è in lieve rialzo. Dow Jones -0,47%, S&P -0,8%.

Il petrolio Brent spinge anche stamattina, in rialzo dello 0,5%, a 43,5 dollari il barile. A questi prezzi, la settimana terminerebbe con un guadagno di oltre il 9%: il miglior risultato da inizio maggio.

IL SUPER EURO SPAVENTA LA BCE. VACCINO SOLO NEL 2021

Seduta ieri all’insegna della delusione anche per i listini europei. Delude il bilancio della pandemia, con il numero dei contagi che supera il livello di marzo. Delude anche la corsa al vaccino, che, secondo i test pubblicati da Moderna, non arriverà entro il 2020. Deludono soprattutto i segnali in arrivo dalla Fed, prodiga di promesse a lungo termine ma priva a breve dei mezzi necessari per garantire nuovi incentivi all’economia. La debolezza della Banca centrale Usa si riflette sul dollaro, aumentando la pressione sulla moneta unica. L’euro risale così a 1,1820 sull’onda delle dichiarazioni sul cambio di Luis de Guindos. Il vicepresidente della Bce ha detto che “il tasso di cambio è una variabile economica fondamentale, che influenza importazioni, esportazioni, inflazione importata o deflazione”. Il banchiere centrale, nel suo intervento a un evento online, ha aggiunto che la Bce non può essere soddisfatta della sua stessa stima di un tasso d’inflazione dell’1,3% nel 2022.

STERLINA IN CADUTA, LONDRA VERSO I TASSI NEGATIVI

Ad aumentare il nervosismo dell’Eurozona ha contribuito anche la discesa della sterlina, a 0,913 sulla moneta unica dopo che la Bank of England ha aperto all’ipotesi di tassi negativi. Per ora, tuttavia, la Banca d’Inghilterra ha confermato i tassi sui livelli attuali, mantenendo inalterato il programma di acquisti di bond.

A MILANO LA MAGLIA NERA

In questa cornice Piazza Affari è finita in fondo alla classifica dei listini europei: -1,12%, a quota 19.739. Deboli anche gli altri mercati dell’Eurozona: Francoforte -0,37%, Parigi -0,69%, Madrid -0,36% e Londra -0,46%.

I BTP SCIVOLANO SOTTO LO 0,9%

La discesa generale dei rendimenti continua a favorire i titoli della periferia, a partire dai Btp. Il tasso del decennale ha bucato al ribasso la soglia dello 0,9%. Lo spread fra decennale italiano e tedesco scende a 138 punti base (-1,34%).

OFFERTI 2,65 MILIARDI PER OPEN FIBER

Sotto i riflettori di Piazza Affari la partita della rete unica contro cui, secondo Bloomberg (smentita), si sarebbe pronunciata la Ue. Ma la notizia vera di giornata riguarda l’offerta dell’australiana Macquarie sulla quota di Open Fiber controllata da Enel: la società è stata stimata oltre 5 miliardi (7,3 miliardi meno i debiti), di conseguenza, per il 50%, il fondo australiano offre 2,65 miliardi. Sull’onda del presunto no all’operazione (smentito dal ministro Gualtieri), ieri hanno chiuso in rosso sia Telecom Italia (-2,79%) che Enel (-2,57%).

FRENA FCA, PIRELLI AL TOP

Tra gli industriali frena Fca (-0,44%), pur promossa da Banca Akros a buy da accumulate, con target price incrementato a 15 euro da 11,1 euro. Perdono colpi alcune tra le blue chip più gettonate: Finecobank -2,15%, Stm -2,65%. Tra i titoli migliori svettano Pirelli (+2,41%) e A2a (+2,39%).

In calo il settore bancario: Mediobanca-1,9%, Banco Bpm -1,63%. In rosso anche i big: Unicredit -1,41%, Intesa Sanpaolo -0,95%. Ma la maxi-fusione annunciata in Spagna fra Bankia e Caixabank potrebbe dare sprint al settore, riaccendendo i riflettori sullo sviluppo del risiko bancario.

IN VOLO TOD’S, SOGEFI E IGD

Da segnalare le performance di alcune mid-cap: Tod’s +4,32%, Sogefi +4,09%. Bene Igd (+4,02%) a fronte della ripresa dei centri commerciali. In rosso Reply (-2,62%), che Equita ha declassato a hold e tolto dal suo portafoglio small cap, alzando comunque il target price a 105 euro da 85 euro.

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