L’8 dicembre è stata una giornata storica nella lotta contro il coronavirus. In Gran Bretagna, è infatti cominciata la campagna di vaccinazione di massa anti Covid, con centinaia di persone che hanno ricevuto la prima dose del siero Pfizer/Biontech. Tra queste, due hanno sviluppato reazioni allergiche, spingendo l’autorità nazionale di controllo sui farmaci, l’Mhra, a raccomandare di non sottoporre a vaccinazione chi abbia alle spalle una storia di “allergie significative”.
Puntuali le rassicurazioni arrivate da Pfizer. Il vaccino è stato “ben tollerato” durante la sperimentazione e non è al centro di alcuna “preoccupazione seria di sicurezza”.
Nel frattempo, per quanto riguarda l’Unione Europea, Emer Cooke, la direttrice dell’Ema (Agenzia Europea del Farmaci), in un’intervista a Repubblica rassicura i cittadini Ue: “Non voglio pregiudicare il lavoro dei nostri esperti sui vaccini di Pfizer e Moderna, ma posso anticipare che la visione preliminare dei dati che abbiamo ricevuto il primo dicembre è positiva per quanto riguarda efficacia e sicurezza”. Cooke ha poi annunciato che “Probabilmente ci esprimeremo il 29 dicembre per Pfizer e il 12 gennaio per Moderna“.
“Dobbiamo ancora controllare la qualità della catena di produzione e la capacità delle aziende di preparare il rimedio su larga scala. Su questi aspetti i nostri esperti hanno domandato informazioni addizionali, così come abbiamo chiesto ulteriori dettagli sulla sicurezza. È uno scambio di informazioni costante, che svolgiamo su base giornaliera”, spiega Cooke, che assicura: “In Europa il processo di autorizzazione è indipendente, non ci sentiamo sotto pressione politica. La pressione semmai è scientifica perché vogliamo essere certi di fare il meglio per i cittadini”. In merito a possibili effetti collaterali, “con l’autorizzazione predisporremo misure stringenti di monitoraggio su tutta la popolazione, inclusi gli anziani”, sottolinea Cooke.
Novità importanti sono arrivate oggi anche il merito al vaccino sviluppato da Astrazeneca. I risultati di un’analisi intermedia del programma di fase III condotto dall’Università di Oxford con AZD1222, oggetto di peer-reviewed e pubblicati oggi su The Lancet, hanno dimostrato che il vaccino è sicuro ed efficace nella prevenzione del Covid-19 sintomatico e che protegge da gravi malattie e ospedalizzazione. L’analisi si è basata su 11.636 partecipanti che hanno maturato 131 infezioni sintomatiche dagli studi di fase III nel Regno Unito e in Brasile condotti dall’Università di Oxford. Come annunciato il 23 novembre 2020, l’endpoint primario di efficacia del piano statistico del programma, basato sulla messa in comune di due regimi di dosing, ha mostrato che il vaccino è al 70,4% efficace nel prevenire il Covid-19 sintomatico, che si verifica più di 14 giorni dopo aver ricevuto due dosi del vaccino. Un endpoint secondario di efficacia della prevenzione delle malattie gravi non ha dimostrato casi di infezioni gravi o ricoveri nel gruppo vaccinale. Un’ulteriore analisi dei regimi di efficacia ha mostrato che quando il vaccino è stato somministrato come due dosi complete, l’efficacia è stata al 62,1% e al 90,0% nei partecipanti che hanno ricevuto una mezza dose seguita da una dose completa.