“Il mondo della scuola si è dimostrato un potente antivirus”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, inaugurando lunedì da Pizzo Calabro l’anno scolastico. “Quello che è un obiettivo per l’intera società la scuola lo ha già raggiunto”, ha sottolineato il Capo dello Stato, in riferimento al fatto che, in ambiente scolastico, docenti e non docenti si sono immunizzati nel 93% dei casi.
I giovani, ha continuato Mattarella, “hanno fatto numeri che speriamo diventino sempre più grandi: non di rado in famiglia sono stati proprio loro a fare per primi il vaccino, anche quando i genitori tentennavano. Volevano uscire di casa i ragazzi, tornare con gli amici e così hanno aiutato tutta la società. Sono stati dalla parte della libertà”.
La ripresa della scuola in presenza, secondo il Presidente, “è il segno più evidente della ripartenza dell’Italia”. La chiusura è stata dolorosa, “non deve più succedere”, ma allo stesso tempo Mattarella non dà un giudizio del tutto negativo della Dad, che “ha contribuito, pur nella sua inevitabile incompletezza, a incrementare l’alfabetizzazione informatica nelle famiglie. E la società ha bisogno di crescere nelle conoscenze digitali”.
Allo stesso tempo, però, la Dad “ha evidenziato anche i divari di sviluppo tra le diverse aree del Paese. In alcuni territori la rete non arriva o arriva male. Con le risorse europee va corretta questa inaccettabile realtà”.
Intanto, Pfizer fa sapere che il vaccino anti-Covid “è efficace e sicuro” anche sui bambini fra i 5 e gli 11 anni. Il via libera all’utilizzo è atteso a fine ottobre negli Stati Uniti (dalla Fsa) ed entro metà novembre in Europa (dall’Ema). Anche per i piccoli sono previste due iniezioni a 21 giorni di distanza, ma la dose da iniettare è pari a un terzo di quella prevista per gli adulti.
Gli effetti collaterali sui bambini sono più o meno quelli già sperimentati dai grandi (un giorno di febbre, stanchezza e male al braccio), anche se in forma leggermente più leggera.
A questo punto, il dubbio è se valga la pena di avviare una campagna vaccinale in una classe di età che in genere è risparmiata dal Covid, non in termini di contagi ma di gravità. Tuttavia, la posizione ufficiale della Società italiana di pediatria è chiara: “Se le agenzie regolatorie si esprimeranno favorevolmente, sosteniamo la vaccinazione in questa fascia di età”.