C’è un’altra pandemia in corso, oltre a quella ovviamente del virus, ed è sempre ad esso legata: è quella dei falsi certificati di vaccinazione, che a quanto pare proliferano su Internet e mettono a rischio la credibilità dell’imminente Green Pass europeo. A lanciare l’allarme è CheckPoint, società israeliana che si occupa di cybersecurity, e che ha rilevato che in giro sul web, o per meglio dire sul darknet visto che questa attività è profondamente illegale, ci sono ormai oltre 1.200 operatori che hanno fatto della vendita di falsi passaporti vaccinali il loro business. Persino su app utilizzatissime come WhatsApp e Telegram è dunque possibile risultare vaccinati, ad un costo nemmeno così esorbitante: di solito con un centinaio di euro l’affare è fatto. E se il problema è la tracciabilità del pagamento, allora la soluzione sono le criptovalute (Bitcoin compreso) o i buoni regalo di piattaforme come Amazon o Steam.
Secondo CheckPoint questo malsano business è letteralmente esploso negli ultimi mesi: ad ottobre 2020 (ancora non c’erano i vaccini) gli operatori fraudolenti erano una dozzina, oggi sono aumentati del 500%. I “beneficiari” di questi finti certificati vaccinali si dividono principalmente in due categorie: quelli che non hanno ancora potuto vaccinarsi, pur volendolo fare (cioè al momento le fasce più giovani oppure i cittadini dei Paesi meno ricchi, che sono in ritardo sulla campagna), e gli immancabili diffidenti, no vax e simili che di fare il vaccino anti-Covid non hanno proprio intenzione, ma vogliono comunque sentirsi liberi di muoversi e di viaggiare. La sorpresa casomai riguarda la nazionalità delle persone più interessate a questo traffico illegale: senza voler cadere nei soliti cliché, ma stavolta i “furbetti” italiani c’entrano poco, mentre secondo CheckPoint i maggiori richiedenti sono i tedeschi, gli statunitensi e i britannici.
La vendita online di falsi certificati di vaccinazione è pericolosa anche perché abbastanza vantaggiosa, rispetto ad un’altra attività che aveva preso piede negli ultimi mesi, soprattutto in Francia e Gran Bretagna: quella del traffico direttamente negli aeroporti, ad una cifra ben maggiore, compresa tra i 150 e i 300 euro. Una di queste truffe è già stata sgominata dalla polizia francese, all’aeroporto parigino di Roissy Charles de Gaulle.