Dall’ok dell’Ema ad Astrazeneca ai ritardi annunciati da Moderna, passando per i risultati di Novavax e Johnson & Johnson, l’accordo tra Pfizer e Novartis, l’ennesima giornata di fuoco sui vaccini è servita.
EMA: VIA LIBERA AL VACCINO ASTRAZENECA
Mentre si litiga ancora su contratti e ritardi, arriva l’atteso via libera dell’Ema al vaccino Astrazeneca.
Il vaccino potrà essere utilizzato per i cittadini maggiorenni. Per l’Agenzia europea del Farmaco il siero di AstraZeneca può essere usato anche per gli over 55 “anche se non ci sono ancora molti dati poiché la maggior parte dei partecipanti ai test avevano un’età compresa tra i 18 e i 55 anni”, si legge nella nota dell’Ema.
“Non sappiamo ancora se il vaccino AstraZeneca sia efficace di fronte alle varianti ed abbiamo chiesto all’azienda di fornire dati, come abbiamo fatto con le altre case farmaceutiche”. Così la direttrice dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), Emer Cooke, spiegando che il parere positivo al vaccino è stato all’unanimità e basato su un solido dibattito scientifico.
“È una notizia incoraggiante. La battaglia contro il virus è ancora complessa, ma avere a disposizione un altro vaccino efficace e sicuro ci da’ più forza nella campagna di vaccinazione”, ha commentato in un post su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza.
MODERNA TAGLIA LE CONSEGNE
Dopo Astrazeneca e Pfizer anche Moderna ha annunciato che taglierà le consegne sui vaccini. Per la settimana del 9 febbraio arriveranno in Italia 132mila dosi, il 20% in meno rispetto alle 166mila previste.
Lo ha fatto sapere il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri. “Il nostro stupore, la nostra preoccupazione e il nostro sconforto aumentano, ormai quasi ogni giorno le previsioni subiscono una rettifica”, ha aggiunto. “Ci mancano almeno 300mila dosi di vaccino che avremmo dovuto ricevere e che non abbiamo ricevuto”, ha detto Arcuri.
NOVARTIS IN SOCCORSO DI PFIZER
Novartis, l’azienda multinazionale svizzera che opera nel settore farmaceutico, ha fatto sapere che aiuterà l’americana Pfizer nella produzione del suo vaccino anti Covid. Le due società hanno firmato un accordo che consente a Pfizer di sfruttare la capacità di produzione di Novartis al fine di affrontare la pandemia Covid-19 supportando la produzione del vaccino Pfizer-BioNTech.
Secondo quanto previsto,Novartis utilizzerà i suoi impianti di produzione asettica presso la sede di Stein, in Svizzera. L’azienda prevede di prendere il principio attivo mRNA sfuso da BioNTech e riempirlo in fiale in condizioni asettiche per la spedizione a BioNTech per la distribuzione ai clienti del sistema sanitario in tutto il mondo. La produzione partirà nel II trimestre del 2021 e la spedizione del prodotto finito è prevista nel terzo trimestre.
Il VACCINO NOVAVAX
Novità importanti arrivano dagli Usa dove il colosso farmaceutico Novavax ha annunciato che il suo vaccino in fase di sperimentazione è risultato efficace all’89,3% contro la variante inglese del Covid-19. Al contrario il siero ha dimostrato un’efficacia molto più ridotta (49%), contro la variante sudafricana, pur salendo al 60% non contando nel campione i soggetti affetti da Hiv.
Come già emerso dalle analisi effetto da Moderna e Pfizer, la notizia conferma la maggiore capacità di resistenza ai vaccini della variante proveniente dal Sud Africa, oggi identificata per la prima volta sia in Usa che in Spagna, come già emerso dagli studi effettuati da Pfizer e Moderna.
“Siamo i primi a condurre un test di efficacia di fronte a un virus che muta”, ha commentato il presidente di Novavax, Stanely Erck, secondo il quale la differenza di reazione delle due varianti è stata “un po’ una sorpresa per tutti”. Erck ha annunciato che l’azienda è ora al lavoro su un vaccino specifico per la mutazione sudafricana.
IL VACCINO JOHNSON & JOHNSON
Pubblicati oggi anche i risultati dei test sulla fase 3 del tanto atteso vaccino monodose di Johnson & Johnson..
La casa farmaceutica ha annunciato che il siero è stato efficace nel 66% dei casi per prevenire malattie moderate (dati su tre continenti) mentre si è rivelato molto più protettivo (85%) contro i sintomi più gravi.
Andando avanti. l vaccino ha dimostrato anche un’efficacia al 57% contro la variante 501.V2, che è stata identificata per prima in Sud Africa. L’efficacia è stata inoltre del 72% su pazienti negli Stati Uniti e del 66% in Sud America. I risultati sono stati definiti da Alex Gorsky, ceo di J&J’ «una pietra miliare di importanza critica».
Johnson & Johnson ha fatto sapere di aver intenzione di richiedere l’autorizzazione di emergenza del vaccino alla Food and Drug Administration la prossima settimana. Il gruppo Johnson&Johnson si è impegnato a distribuire 100 milioni di dosi di vaccino agli Usa entro fine giugno, 200 milioni all’Unione europea entro la fine dell’anno, e altri 200 milioni circa ai Paesi in via di sviluppo dopo giugno.
BORSA
Il fervore sui vaccini mette le ali ai titoli delle aziende interessate. Sul Nasdaq Moderna guadagna il 10%, mentre Novavax vola di oltre il 49%. +1,76% per Pfizer. In controtendenza Johnson e Johnson, che cede oltre il 3%, e Astrazeneca, che perde l’1,3%.
(Ultimo aggiornamento: Ore 17.10 del 29 gennaio).