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Vaccini, ecco le pagelle per efficacia e semplicità d’uso

Quali sono i vaccini più efficaci nella lotta al Covid? E quali sono quelli di più facili uso? Ecco una prima valutazione, in attesa del vaccino della Johnson & Johnson

Vaccini, ecco le pagelle per efficacia e semplicità d’uso

I più efficaci, stando ai dati ufficiali, sono quelli di Pfizer Biontech e Moderna, i primi due ad essere stati approvati a livello internazionale. Il meno efficace ad oggi è invece quello di AstraZeneca, gruppo farmaceutico anglo-svedese di cui l’Italia in questa fase sta somministrando il maggior numero di dosi, in particolare per insegnanti e militari. Parliamo dei vaccini anti-Covid e proviamo a fare il punto della situazione, mentre a metà marzo l’Ema (l’Autorità europea del farmaco) darà l’ok anche ad un quarto vaccino in Europa, quello di Johnson & Johnson, già approvato dalla Fda, l’autorità statunitense

PFIZER BIONTECH

L’azienda statunitense ha bruciato tutti sul tempo ed è sul mercato da dicembre 2020. La sua efficacia è del 95% ed è stata approvata sia negli Usa che in Europa: le dosi da somministrare sono due, a distanza di tre settimane. Si conserva a -70 gradi e non ha evidenziato controindicazioni ad esempio per le fasce di popolazione più anziana, come accaduto per altri vaccini. Anzi in Italia è stato somministrato proprio agli ultra 80 enni, oltre che al personale sanitario.

MODERNA

Altra azienda Usa, altra efficacia altissima (95%), usando la stessa tecnologia di Pfizer e cioè quello dell’Rna messaggero. In Italia e in Europa ne sono arrivate poche dosi, perché l’azienda produce solo negli Stati Uniti ed è proprio lì che sta distribuendo quasi tutti i vaccini. La conservazione è più agevole rispetto a Pfizer (-20 gradi) e anche in questo caso vanno somministrate due dosi, a distanza di un mese circa.

ASTRAZENECA

In attesa di Johnson&Johnson e del vaccino tutto italiano che sarà pronto in autunno, quello dell’azienda anglo-svedese è il siero del momento in Italia, in questa fase. Approvato sia negli Usa che in Europa, ha un’efficacia non molto alta, 62%, e inizialmente era stato anche sconsigliato per le fasce più vulnerabili, in particolare gli anziani. Anche qui servono due dosi, distanziate di 12 settimane seguendo proprio la tempistica perfetta. Quando viene somministrata la seconda dose l’efficacia aumenta fino a raggiungere l’80%, ma in Inghilterra per ora viene distribuita solo una dose, per permettere prima la veloce copertura almeno in prima battuta di più persone possibile. Si valuta di fare lo stesso in Italia.

JANSSEN

E’ il vaccino della casa farmaceutica che fa capo a Johnson & Johnson, che ha già ricevuto il via libera dalla Fda americana ed entro la fine di marzo arriverà anche in Europa. Efficacia tra il 72% e l’86%, ha il vantaggio di potersi conservare a 2-8 gradi (quindi in qualsiasi frigorifero comune) e soprattutto di essere monodose: non serve un richiamo per essere immunizzati.

CUREVAC

Un altro vaccino tedesco, realizzato da Bayer con la stessa metodologia di Moderna e Pfizer. Non ci sono ancora informazioni ufficiali sull’efficacia, ma dovrebbe arrivare sul mercato non prima della primavera inoltrata. Serviranno due dosi.

NOVAVAX

Anche questo è un vaccino a due dosi, ma l’iter è ancora indietro per cui le informazioni non sono tante. Solo adesso è partita la fase tre della sperimentazione, che si sta svolgendo tra Usa (dove ha sede il gruppo, quotato al Nasdaq) e Messico. Il preparato è basato su proteine che si trovano sulla superficie del virus.

SPUTNIK

E’ il vaccino russo, scelto in Italia da San Marino, che già lo sta distribuendo. Le due dosi, 21 giorni tra la prima e il richiamo, vengono veicolate da due diversi adenovirus che trasportano la proteina Spike. Efficacia 91,6%, viene prodotto con formulazione congelata (-18 gradi) e liofilizzata (2-8 gradi). Approvato per ora solo dalle autorità regolatorie russe, contatti preliminari con Ema.

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