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Vacanze, non è colpa del meteo se gli italiani tirano la cinghia

Enrico Valdani, ricercatore per il Cermes, centro ricerche su marketing e servizi dell’Università Bocconi di Milano, ha condotto uno studio sulle abitudini di consumo di un campione di 2.000 italiani. Solo l’8% di questi ha detto di non aver ridotto gli acquisti dal 2011 all’anno scorso. Tutti gli altri hanno continuato a risparmiare su tutte le voci del bilancio familiare, abbigliamento e vacanze su tutte. 

L’abbigliamento è infatti calato  del 60%, mentre la categoria viaggi e vacanze ha subito una contrazione del 53%. Le cifre degli altri decrementi sono le seguenti: arredamento -42%, bellezza e fitness -42%, hobby, sport e tempo libero -40%. Subiscono perdite relativamente inferiori internet e telecomunicazioni, salute, assicurazioni, alimentari e bevande con cali tra il 14 e il 18%. Anche la voce computer ed elettronica, fino a oggi in buona salute, è stata ridimensionata dal 34% degli italiani.

“La ricerca mette in mostra un consumatore consapevole, attivo, che reagisce al deterioramento macroeconomico cercando soluzioni originali, che vanno dall’esplorazione di nuovi canali distributivi, all’attenzione spasmodica per le promozioni, all’approfondimento della conoscenza di internet”, afferma Valdani.

Nel rapporto c’è anche spazio per una previsione per l’anno in corso. Il gap tra riduzione del Pil e dei consumi dovrebbe continuare a scendere, confermando il trend del periodo 2011-2013, restando comunque intorno allo 0,2. Dato, questo, che denuncia come le scelte dei consumatori siano restie a recepire immediatamente i segnale timidamenti positivi dell’economia. Nel 2012 infatti, il Pil ha registrato una contrazione del 2,4% mentre i consumi sono scesi di ben il 4,5%. L’anno  seguente  il pil si è ridimensionato dell’1,9% e i consumi del 2,6%, facendo calare il gap ma ribadendo la dinamica di un consumatore iper-reattivo. 

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