Per il ponte della Befana vince la formula: vacanze brevi e in Italia. Sono 1,9 milioni di italiani che non rinunciano alle vacanze anche nei giorni dell’Epifania: spostamenti a breve raggio all’insegna del relax. La maggior parte dell’interesse sarà concentrato sulle visite in città d’arte o siti pieni di storia e di musei e mostre da scoprire. Il tutto, prediligendo nel complesso la sistemazione in albergo (nel 44,3% dei casi) con un bel sorpasso rispetto alla scelta della casa di parenti e/o amici (29,5%). Mentre sono 5,2 milioni gli italiani che hanno optato per le vacanze lunghe da Natale all’Epifania.
È quanto emerge da un’indagine realizzata per Federalberghi dalla ACS Marketing Solutions nel periodo compreso tra il 7 e il 12 dicembre su un campione di 3.014 persone.
A soffrirne di più, la montagna. La mancanza di neve sta pregiudicando tutto: niente sci, niente scarponi, niente slitte. E sta creando non pochi problemi ad albergatori, gestori di impianti di risalita e maestri di sci che si sono visti cancellare tante prenotazioni.
Turismo in Italia: vacanze brevi per gli italiani
Per coloro che andranno in vacanza nel periodo dell’Epifania, la durata media sarà di circa 3,3 notti con una spesa pro capite complessiva (ovvero comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti) di 572 euro. Un dato, quest’ultimo, che scende a 567 euro per chi resterà in Italia, salendo invece a 875 euro per chi sceglierà l’estero. Il giro di affari del weekend si attesterà sul miliardo e 68 milioni di euro. Motivo principale della vacanza sarà infine la ricerca del riposo e del relax (58%), passeggiando (33%), visitando monumenti (22,7%) e musei (18,2%) o assistendo a spettacoli musicali (14,8%).
Turismo in Italia: si chiude un 2022 da record
L’industria dell’ospitalità chiude un 2022 da record con quasi 400 milioni di presenze di cui circa la metà stranieri. Il turismo riduce così il gap (-8,5% di presenze e -14,5% di arrivi) con gli anni pre Covid grazie ai visitatori europei mentre per quanto riguarda il lungo raggio si evidenzia un forte aumento degli ospiti che arrivano dal Nord America, in particolare dagli Usa. Secondo il consuntivo stilato da Assoturismo – Cst nel 2022 c’è stato un balzo delle presenze che segnano il +38,2% sul 2021 grazie a un ottimo trend di arrivi pari a 112,3 milioni (+42,8%) e presenze grazie a un netto aumento dei turisti stranieri mentre gli italiani hanno preferito di gran lunga vacanze brevi in Italia. Hotel, resort, villaggi turistici, campeggi e agriturismi hanno beneficiato di queste circostanze favorevoli, con le città d’arte che sono riuscite a mettere a segno le migliori performance dopo due anni di fermo quasi totale.
Nei prossimi tre mesi tra gli operatori permane un cauto ottimismo. L’opinione di oltre un quarto degli intervistati, su un campione di 1.334 imprenditori, è di una ulteriore crescita del settore, ma a ritmi molto più contenuti. Per il 54% le aspettative sono di una sostanziale stabilità del mercato e il 20% circa prevede, invece, una diminuzione del flusso turistico. A pesare: crescita economica lenta, elevata inflazione e aumento dei prezzi dell’energia.
Vacanze brevi per un terzo degli italiani: pesano inflazione e rincari
“Analizzando i dati emersi, si ha la percezione che il turismo italiano stia cambiando – ha affermato Bernabò Bocca, presidente Federalberghi commentando i dati dell’indagine realizzata da ACS Marketing Solutions – nel tentativo di tornare ad essere spensierati. Nel complesso potremmo dire che si chiude in bellezza il periodo delle festività natalizie se non ci fosse però quel 34% di persone che ridurrà la durata del viaggio a causa degli aumenti divenuti insostenibili. Sono questi i veri nemici del turismo e di tutta la sua filiera. Se c’è un’urgenza nel nostro comparto, e lo gridiamo a gran voce, è quella di porre un freno ai rincari”.