La bilancia corrente con l’estero della Cina è, come si sa, in surplus, e solitamente è in avanzo anche il conto capitale: affluiscono i capitali esteri per investirsi in un paese a rapida crescita mentre il risparmio cinese è recintato all’interno del paese e gli ostacoli ai deflussi di capitali fanno parte di un sistema valutario irreggimentato. Ma qualcosa si sta muovendo anche qui. Ormai da due mesi la Cina ha sperimentato deflussi di capitali: gli acquisti netti di valuta da parte delle banche cinesi sono stati negativi (per la prima volta da quattro anni), sia pure per poche decine di miliardi di yuan, in ottobre e novembre, dopo aver inanellato risultati mensili positivi per centinaia di miliardi di yuan dall’inizio dell’anno (vedi grafico).
Dietro questi andamenti vi è certamente una grossa riduzione dell’apporto di valuta dalle operazioni correnti: il riequilibrio delle bilance correnti in giro per il mondo è in corso, e in Cina il modello di sviluppo tende inesorabilmente a spostarsi sulla crescita della domanda interna.
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