Parte oggi la missione del sottosegretario Polidori e di 20 aziende in rappresentanza del mondo imprenditoriale italiano in Uzbekistan. Dei dettagli di questa missione si parla nell’allegato comunicato stampa del Ministero dello sviluppo economico.
Al centro di un’area storicamente tormentata, l’Uzbekistan è un paese certamente difficile, cioè rischioso, ma anche interessante per il nostro commercio estero. Le difficoltà del paese si chiamano scarsa trasparenza, elevata inflazione, continua svalutazione del cambio del sum (la moneta uzbeka ha un doppio cambio, uno per le transazioni commerciali e l’altro per le conversioni di valuta nel paese). Ma a fronte di questi limiti l’Uzbekistan ha il grosso pregio, grazie alle vendite di gas e petrolio, cotone e metalli, di avere una bilancia commerciale in attivo, buon livello di riserve valutarie, pareggio di bilancio, una crescita media del PIL fra l’8 ed il 9% l’anno.
L’OCSE colloca il paese nella 6a categoria di rischio (la penultima più rischiosa fra le 8 considerate dall’Organizzazione). Anche la Sace colloca l’Uzbekistan in una categoria di rischio elevato (H2, in pratica l’ottava su nove); però prevede la possibilità di concedere coperture assicurative senza restrizioni, sia a fronte del rischio sovrano, sia del rischio bancario, sia di quello corporate.
L’interscambio fra Italia e Uzbekistan sta crescendo di anno in anno: noi compriamo sempre più idrocarburi dal paese centroasiatico, loro acquistano soprattutto macchine utensili e industriali, ma anche abbigliamento e altri manufatti.
Il rischio di credito, abbiamo visto, è piuttosto elevato in Uzbekistan: quindi per i nostri esportatori è consigliabile in ogni caso ottenere, per regolamenti a breve termine, crediti documentari aperti dalle maggiori banche del paese, mentre regolamenti nel medio termine vanno comunque impostati con metodi di pagamento sicuri (titoli di credito da scontare pro soluto o inserimento nelle linee di credito disposte dalle banche italiane). Per quanto riguarda il forfaiting, può essere ottenuto per operazioni fino a due anni, solo con titoli di credito avallati da banche primarie (National Bank of Uzbekistan, Asaka Bank), a condizioni da stabilire caso per caso, comunque piuttosto onerose. Nulla è quindi facile, ma nulla è impossibile, e i nostri esportatori, alle difficoltà ed i rischi, ci sono abituati.
Allegati: Polidori CS 061011 Missione in Uzbekistan.pdf