La pandemia sta ridisegnando gli assetti finanziari italiani e, nel campo del debito privato, un ruolo sempre più dirimente spetta alla gestione dei crediti Unlikely To Pay, soprattutto nel settore del real estate. Aurora Recovery Capital, terza realtà nel mercato italiano degli Utp, si occupa esclusivamente del settore immobiliare e ha in gestione asset per 2,2 miliardi. “Il nostro apporto garantisce in media la creazione di un valore pari al +75% di quello registrato all’inizio del percorso – spiega il general manager della società, Marco Sion Raccah – Siamo focalizzati sugli UTP con sottostante real estate, a livello di crediti corporate e mai di privati cittadini”.
La differenza fra Utp e Npl
Intervenire nel momento giusto, prima che il credito inevaso diventi una sofferenza e si renda necessario il ricorso alle paludi interminabili dei tribunali, può diventare questione vitale per tantissime banche. La differenza tra UTP e NPL vive proprio all’interno di questo arco temporale. “Purtroppo in Italia molti gestori di Npl si sono ritrovati nel mercato degli Utp – osserva Raccah – ma le differenze tra gli uni e gli altri sono profonde e se l’approccio non è corretto si mette a serio rischio una parte fondamentale dell’economia reale del Paese. Se l’Utp viene trattato come un Npl lasciando andare la società in fallimento o in procedura esecutiva tutto un ecosistema di mercato collassa”.
Gli Utp e l’asset management
Il cuore di tutto si trova quindi è nell’asset management e nella conoscenza del mercato di riferimento. “È inoltre basilare costruire collaborazione e sinergia con il borrower – prosegue Raccah – con cui bisogna definire un rapporto sano e professionale. Il debitore troverà nuova linfa nel riguadagnare una posizione finanziaria grazie al nostro apporto. Elemento portante ed essenziale nella gestione degli UTP è poi la capacità di avere una struttura finanziaria che possa erogare nuova finanza a tassi bancari. Senza è molto complesso poter gestire correttamente un Utp, e spesso l’assenza della disponibilità di nuova finanza (che bisogna conoscere e definire ex ante) determina il fallimento del progetto ed il deterioramento del credito”.
In passato Arec ha sviluppato, tra l’altro, i progetti Sandokan 1 e Sandokan 2, ovvero la piattaforma UTPs di Unicredit, ma oggi punta anche alla gestione di file di dimensioni più piccole, UTPs granulari, sempre con garanzia immobiliare. “Su queste basi sta decollando Arec 2.0, che risiede sostanzialmente in un allargamento della gestione ai file con una size tra i 500k e i 5 milioni. Stiamo attraversando una fase complessa e piena di trasformazioni, con gli effetti della pandemia che incidono con forza”.
Mercato immobiliare: i cambiamenti portati dalla pandemia
È proprio il mercato immobiliare che si sta orientando verso forme e formule nuove, rimescolando alcune coordinate. “L’Italia, rispetto alla maggior parte degli altri Paesi, presenta una proprietà diffusa e granulare, senza troppe aggregazioni mastodontiche – spiega ancora Raccah – Il mercato è quindi più frazionato e con meno giganti rispetto all’estero. Una realtà che ora si sta rimodulando in linea con i nuovi fabbisogni e le nuove abitudini frutto del Covid. La ricerca degli immobili si è spostata dal centro delle città a zone più periferiche, magari con spazi più ampi che assicurino la possibilità di lavorare comodamente in smart working. Le attività che operano nella logistica di prossimità stanno beneficiando della nuova fase, come anche chi si occupa di data center o ha bisogno di magazzini vasti. Spesso si tratta di tendenze che erano già in fieri e che la pandemia ha accelerato notevolmente. La nostra sfida è proprio quella di evolverci sulla base dei nuovi andamenti”.