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Utility: boom di investimenti su elettricità e acqua

Secondo il Rapporto Top Utility di Althesys gli investimenti complessivi (inclusi gas e rifiuti) delle 100 maggiori utility in Italia sono aumentati del 25,6% nel 2017 – Cresce molto l’idrico che ora il M5S vorrebbe rinazionalizzazione.

Utility: boom di investimenti su elettricità e acqua

Boom degli investimenti da parte delle utility italiane. A rivelarlo è la ricerca Top Utility 2019 condotta da Althesys setacciando i bilanci delle 100 maggiori utility operanti in Italia nei settori dell’energia elettrica, del gas, del servizio idrico integrato e della raccolta dei rifiuti urbani. Società che hanno generato nel 2017 un valore della produzione aggregato prossimo ai 112 miliardi di euro, pari al 6,5% del Pil italiano, e quasi la metà di loro fattura almeno 100 milioni di euro (il 12% supera il miliardo). Il 67% delle aziende considerate è a totale capitale pubblico (il 100% di quelle del servizio idrico, oggetto peraltro del progetto di legge cosiddetto “acqua pubblica”, il cui iter è in corso in Commissione Ambiente), mentre il 20% è misto e il 9% è quotato in Borsa e solo il 4% privato. Gli investimenti complessivi nell’anno solare 2017 sono stati pari a 5,7 miliardi, in crescita del 25,6% rispetto ai 4,5 miliardi del 2016. Il dato rappresenta l’1,9% del totale degli investimenti fissi lordi in Italia nel 2017 e lo 0,3% del Pil nazionale.

INVESTIMENTI

A trainare gli investimenti sono principalmente le aziende elettriche, con circa 2,6 miliardi di euro investiti, pari a quasi la metà del totale (45,8%) e con una crescita del +32% sul 2016. Però danno un grande contributo anche le utility attive nel servizio idrico, grazie alla regolamentazione di Arera che negli ultimi anni ha favorito gli investimenti: proprio mentre si sta discutendo in Parlamento il progetto di ri-nazionalizzazione dell’acqua voluto dal Movimento 5 Stelle, Althesys segnala che gli investimenti nel settore sono cresciuti del 21,1% dal 2016 al 2017, avvicinando il miliardo di euro, a testimonianza degli sforzi in atto per migliorare la qualità delle reti. Non solo: mentre l’investimento medio per abitante è di 37,1 euro, il 40% in più del valore dell’anno precedente (26,2 euro), per le sole multiutility attive nel servizio idrico questo dato aumenta ulteriormente, toccando i 47,6 euro per abitante.

FATTURATI E SOSTENIBILITA’

Dallo studio emerge tuttavia un calo dei ricavi delle Top 100, dovuto principalmente alle difficoltà incontrate dalle imprese del settore elettrico (fatturato sceso del 5% rispetto al 2016), penalizzate dalla flessione dei prezzi e della domanda. Di segno opposto le monoutility del gas che, dopo il forte calo rilevato nella precedente edizione, nel 2017 hanno segnato un aumento del fatturato del 12,2%. Le multiutility hanno incrementato il valore della produzione del 6,2%, seguite dalle monoutility del sistema idrico (+5%) e dei rifiuti (+4%). La sostenibilità è sempre più al centro delle attività delle top utility italiane: nel 2017 sono state 51 le aziende che hanno redatto il rapporto di sostenibilità, quattordici in più rispetto all’anno precedente e diciassette rispetto al 2015. Solo 31 erano però tra quelle tenute a farlo, mentre per le altre 20 è stata una libera scelta. Anche le certificazioni crescono, sia per quanto riguarda quelle di prodotto, sia per quelle ambientali, di efficienza energetica e di sicurezza sul lavoro.

SERVIZIO E RECLAMI

Tra tanti dati lusinghieri ce n’è anche qualcuno in controtendenza oltre a diversi indicatori in diminuzione. Prosegue, ad esempio, il calo dell’indice medio di soddisfazione dei clienti, sceso a 80,4 dall’ 81,8 della sesta edizione del report, un fenomeno già mostrato anche l’anno passato. Alcuni indicatori segnano un peggioramento, come i tempi medi di rettifica della fatturazione (che sono saliti a 33,1 giorni dai 19,2 precedenti) e la qualità del servizio call center. Altri indici, come i tempi di risposta ai reclami o di attesa agli sportelli, si mantengono in linea con gli anni scorsi. Scendono, invece, i reclami dei clienti, la cui incidenza passa da 1,2% a 0,7%.

LE MIGLIORI UTILITY SECONDO ALTHESYS

La ricerca ha anche assegnato i premi alle eccellenze italiane del settore. La migliore in assoluto è risultata essere A2A (in finale con Acque SpA, Aimag, Gruppo Cap e Smat); prima per Sostenibilità è invece Acque SpA (finalista con Brianzacque, Gruppo Cap, Estra e Nuove Acque); per la Comunicazione si è distinta Hera (con A2A, Aimag, Gruppo Cap, Etra), per RSE Ricerca e Innovazione Gruppo Cap (con Acquedotto Pugliese, Iren, Hera, Smat). Nella categoria Consumatori e Territorio la migliore è stata Aimag (con Acea, Aset, Nuove Acque, Smat) e, infine, Estra si è distinta nella categoria Crif Performance Operative (con A2A, CVA, Contarina, Savno).

“L’analisi evidenzia la centralità del settore dei servizi di pubblica utilità per l’intero sistema Paese – commental’economista Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys e coordinatore del gruppo di ricerca Top Utility. – L’enorme sforzo prodotto dalle imprese sul fronte dell’efficienza e delle tecnologie per migliorare infrastrutture, impianti e reti, evidenziato dal dato sugli investimenti, specie quello del settore idrico, testimonia l’evidente volontà delle imprese di scommettere sul futuro, oggi messo in discussione dalla proposta di legge sull’acqua, che potrebbe cancellare investimenti ed eccellenze.”

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