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Utilities, il punto sulla norma UNI 11782: a un passo dall’obbligo della certificazione obbligatoria?

Assium

La norma UNI 11782 è una norma dell’Ente Italiano di Normazione (UNI) pubblicata il 16 aprile del 2020 che stabilisce il percorso formativo e le competenze necessarie di un Utility Manager certificato. Ma cos’è un Utility Manager? Si tratta sostanzialmente di un consulente che cerca di costruire un rapporto duraturo tra le parti, basato su credibilità e trasparenza, che va ben oltre la semplice sottoscrizione del contratto di fornitura.

Un Utility Manager dovrebbe pertanto conoscere il mercato, prevederne gli sviluppi ed essere in grado di affiancare un’azienda e/o una famiglia in una scelta che ricopre un’importanza fondamentale nella gestione dell’economia aziendale o domestica. Da questa considerazione nasce perciò l’esigenza di regolamentare il settore e dare credibilità ai professionisti che vi lavorano. Una regolamentazione rivolta innanzitutto ai consumatori e alle aziende. La norma UNI 11782 infatti descrive obblighi, conoscenze, competenze e abilità del “professionista delle utenze”, cioè l’utility manager. L’ottenimento della certificazione diventa inoltre motivo di distinzione tra i professionisti del settore.

A cosa serve la norma e come viene applicata

Nel dettaglio, la norma definisce il profilo dell’Utility Manager individuando circa 41 conoscenze, 42 abilità e 15 competenze, in conformità al quadro europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework – EQF, Raccomandazione 2017/C 189/03 del 22 maggio 2017). A distanza di due anni dalla sua pubblicazione, grazie anche al costante lavoro di divulgazione di Assium, la prima associazione del settore Utility Management impegnata nella vigilanza del mercato e nella tutela degli associati (consumatori, professionisti e aziende), sono arrivati i primi risultati in termini di diffusione e sensibilizzazione alla causa.

Non è un caso, infatti, che sia stato aperto un tavolo politico di confronto e discussione che dovrebbe portare a convertire la norma in decreto legge e che definirà l’obbligatorietà della certificazione come condizione sine qua non per svolgere il mestiere dell’utility manager. Insomma, il mercato dell’utility management, nei prossimi anni, potrebbe essere sempre di più a garanzia di famiglie e imprenditori, grazie all’istituzione di un registro professionale degli Utility Manager. Questo è quello che auspicano dall’associazione Assium al lavoro su questo punto.

Cosa garantisce la formazione continua degli Utility Manager?

La formazione, che si svolge presso strutture autorizzate, come ad esempio Utility Manager Academy, garantisce la conoscenza di tutti gli aspetti normativi, storici e tecnici del mercato dell’energia, del gas e delle telecomunicazioni. Tre settori contigui, ma con profonde differenze l’uno dall’altro. L’ottenimento della certificazione grazie ad un esame qualificato non è però sufficiente ad essere definito Utility Manager certificato per tutta la vita. Il percorso formativo, infatti, prevede un aggiornamento periodico, per stare al passo con i tempi.

La certificazione, oltre a creare credibilità e fiducia fornisce anche una serie di vantaggi: formazione continua appunto, visione sui cambiamenti del settore, negoziazione efficace e definizione di relazioni durature con i consumatori, che avranno finalmente un referente per ogni questione che riguarda le bollette esattamente come avviene per un avvocato, un family banker, un commercialista.

Il percorso che ha portato alla sottoscrizione della norma

Il percorso per giungere alla pubblicazione della Norma UNI 11782 è stato complesso e lungo. L’idea nasce alla fine del 2018, dai due imprenditori, Federico Bevilacqua e Davide Bussini, entrambi co-founder di FBC Italia, una società specializzata nella fornitura di servizi legati alla gestione delle utenze per le aziende. La domanda da cui sono partiti è questa: perché in Italia, al contrario di quello che avviene per assicuratori, agenti immobiliari, consulenti finanziari, chiunque può intermediare contratti di fornitura di telefonia e energia senza avere alcun titolo per farlo? Per vendere contratti di contratti di fornitura di energia e o telefonia nel libero mercato, basta rispondere ad uno dei tanti annunci e dopo un breve colloquio in cui si valuta la “capacità” di vendita, si può iniziare a vendere contratti a tutti, senza una reale conoscenza di cosa si sta vendendo o – ancor più grave – delle esigenze del cliente.

Dopo aver presentato la documentazione presso l’UNI, già nel 2018, una commissione parlamentare riunita a Roma, ha accettato la richiesta di normazione. A quel punto, Bussini e Bevilacqua, mettono su un gruppo di professionisti del settore, un comitato tecnico-scientifico che per un anno lavora alla stesura della norma. Nel 2019, nasce l’Associazione Assium che incarna la missione e gli obiettivi che il gruppo di professionisti portava avanti nella stesura della norma. A gennaio del 2020 la bozza della norma arriva alla commissione e dopo tre mesi – è il 16 aprile del 2020 – la norma Uni 11782 vede finalmente la pubblicazione.

A due anni dalla pubblicazione, seppur lentamente, gli agenti, gli operatori e le società stanno aderendo ai principi a fondamento di questa norma, ma è lecito pensare che si debba accelerare il processo perché negli ultimi mesi, famiglie e imprese hanno iniziato a gestire quasi in “solitudine” la complessità degli aumenti in bolletta, derivanti non solo dall’aumento del costo delle materie prime, ma anche dagli effetti del conflitto.

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