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Usa, Volcker rule: cosa cambia per le banche di Wall Street

FIRSTonline

Oltre cinque anni di gestazione, uno e mezzo in più del previsto, ma alla fine è arrivata. Si chiama “Volcker rule” e il suo scopo è evitare che sciagure finanziarie come il crack di Lehman Brothers possano ripetersi. Il 10 dicembre le cinque autorità di regolamentazione degli Stati Uniti – Cftc, Fed, Sec, Occ e Fdic – hanno dato il via libera al provvedimento. Il testo è lungo quasi mille pagine e fa parte del Dodd-Frank Act, la maxi-riforma della finanza varata dall’amministrazione Obama nel 2010 e ancora molto lontana dalla completa attuazione (solo il 42% delle 398 norme è stato ultimato).     

Il cuore della “Volcker rule” è il divieto di “proprietary trading”: alle grandi banche non saranno più consentite operazioni speculative con portafogli di proprietà. Questo genere d’investimenti è stato spesso utilizzato per scommesse finanziarie ad altissimo rischio, che poi venivano (paradossalmente) camuffate da hedging, ovvero strategie per la riduzione dei rischi. Dal primo luglio 2015 – quando la “Volcker rule entrerà in vigore – gli istituti potranno operare sui mercati finanziari solo in nome e per conto dei loro clienti.  

Non solo: la nuova normativa impone anche limiti agli investimenti in hedge fund e in fondi di private equity (per evitare che il trading proprietario venga trasferito lì), oltre all’obbligo per gli amministratori delegati di certificare ogni anno il rispetto delle regole da parte delle banche. Da parte loro, le autorità avranno il potere di valutare l’attività dei trader con controlli che potrebbero essere anche quotidiani. 

“Il sistema finanziario e gli americani sono più sicuri – ha detto il presidente Barack Obama -. La norma apre una nuova era di responsabilità per gli amministratori delegati”.

Negli ultimi mesi l’opposizione delle lobby e dei Repubblicani aveva fatto temere che la “Volcker rule” andasse verso un ammorbidimento. La versione finale è invece addirittura più pesante del previsto, perché mette al bando anche il “portfolio hedging”, ovvero le strategie aggressive per tutelare i clienti o le banche stesse da eventuali scosse in un vasto portafoglio di asset. Si tratta di una misura ispirata dallo scandalo della “Balena di Londra”, costato a JP Morgan 6 miliardi id perdite e altri 13 per chiudere i vari contenziosi legali.   

Tutte queste regole interesseranno solo gli istituti di grandi dimensioni, mentre saranno esclusi quelli con asset inferiori a 10 miliardi di dollari. All’inizio l’entrata in vigore era prevista per il primo luglio 2014, ma poi la Fed ha deciso di rinviare la scadenza per dare il tempo alle banche di adeguarsi alle novità in arrivo. I colossi di Wall Street, quindi, hanno ancora un anno e mezzo per cercare di aggirare le norme. Ed è già pronta una valanga di ricorsi in Tribunale. 

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