Continua la cavalcata di Donald Trump. Dopo la vittoria in Iowa, l’ex presidente si porta a casa anche il New Hampshire, il Granite State, piccolo e gelido Stato del New England. Tuttavia si fa sentire la resistenza dell’unica candidata alternativa rimasta in piedi: l’ex governatrice del South Carolina ed ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley, che proprio qui aveva puntato le sue carte migliori.
I dati e i delegati
Poco prima delle sette del mattino, ora italiana, con l’85% delle schede scrutinate Donald Trump guida con uno scarto a due cifre: 54,4% contro il 43,4% di Nikki Haley. Per ora i due candidati ricevono rispettivamente 11 e 8 delegati, ne restano altri 3 da assegnare alla fine dello scrutinio.
“Haley ha perso, ma ha fatto un discorso come se avesse vinto, ma non è così”, ha sottolineato Donald Trump ma “la corsa è tutt’altro che finita” ha ribattuto Nikki Haley. Subito la Cnn sottolinea che questa seconda vittoria, dopo quella in Iowa, spiana la strada a Trump per la terza candidatura consecutiva alla Casa Bianca.
Le proiezioni prima degli scrutini
Stando a Fox News, primo network ad azzardare le percentuali, Trump stava vincendo con il 53,2% contro il 45,5% della rivale. Altri grandi media, a spoglio ancora in corso, calcolavano il 54,7% per Trump a fronte del 43,8% per Haley. Man mano che passa il tempo e si scrutinano le schede, le variazioni diventano minime. Poco importano i decimali: il risultato finale è chiaro, così come le proporzioni ottenute dai due contendenti. I 22 delegati del New Hampshire saranno assegnati proporzionalmente tra i due candidati – l’unico requisito era ricevere almeno il 10% dei voti in tutto lo Stato, condizione che entrambi hanno soddisfatto.
Haley: “la corsa non è finita. Io sono una combattente”
Non sembra d’accordo Nikki Haley, che parlando ai suoi sostenitori ha prima ammesso la vittoria del suo avversario: “Volevo congratularmi con Donald Trump per la sua vittoria, se l’è guadagnata e ne voglio dare atto”. Per poi precisare che quella di Trump “è una vittoria anche per Biden” e che “la corsa è lungi dall’essere finita. Ci sono ancora molti Stati e il prossimo è la mia Sud Carolina. Io sono una combattente”.
Sprezzante invece il primo commento di Donald Trump, sui social: “Haley ha detto che avrebbe vinto in New Hampshire. Non lo ha fatto!!! Delirante!!!”, ha scritto, con tutti i punti esclamativi che gli sembra opportuno aggiungere. Poi rilascia un’intervista a Fox News, canale che ha sempre avuto per lui un occhio di riguardo: “Nikki Haley, dovrebbe abbandonare la corsa, altrimenti continueremo a sprecare soldi, invece di spenderli per Biden che è il nostro obiettivo”.
Trump: “a novembre rivolteremo questo paese”
Poco più tardi Trump parla a Nashua, in New Hampshire, dice che chi vince i primi due Stati non ha mai perso la nomination e lui non sarà il primo: “A novembre avremo elezioni grandiose e rivolteremo questo Paese”. Infine la freccia avvelenata contro la sua rivale: “Se Nikki Haley vincesse la nomination sarebbe indagata entro quindici minuti per piccole cose di cui non vuole parlare”. Non è la prima volta che Trump insinua senza esplicitare: questa volta peraltro la frase sa di ricatto, perché implica che la sua avversaria abbia qualche scheletro nell’armadio – di cui lui è a conoscenza.
Biden in New Hampshire vince le primarie democratiche “simboliche”
A proposito di Joe Biden. Da segnalare anche in New Hampshire la vittoria “simbolica” del presidente alle primarie democratiche, alle quali Biden formalmente non partecipava. È infatti risultato primo come candidato “write in”, cioè votato come preferenza non prestampata sulla scheda elettorale. Le primarie democratiche in New Hampshire si sono infatti tenute fuori dal calendario deciso dal partito democratico e quindi non peseranno sulla convention nazionale che si terrà dal 19 al 22 agosto a Chicago, nell’Illinois.
Haley ultima grande sfidante in corsa contro Trump
Il governatore della Florida Ron DeSantis ha messo fine alla sua candidatura dopo il voto in Iowa, permettendo a Nikki Haley di fare campagna come unica alternativa a Trump. Da quel momento Haley ha intensificato le sue critiche all’ex presidente, mettendo in dubbio la sua acutezza mentale e presentandosi come una candidata in grado di unificare il partito e inaugurare un cambiamento generazionale. In risposta, Trump l’ha definita “alleata con i comunisti e gli estremisti di sinistra”.
Trump può ora vantarsi di essere il primo candidato repubblicano alle presidenziali a vincere le primarie sia in Iowa che in New Hampshire, da quando entrambi gli Stati hanno iniziato a guidare il calendario elettorale nel 1976: segno della rapidità con cui i repubblicani, nonostante i malumori di parte del partito, si sono radunati attorno a lui per renderlo il loro candidato alla Casa Bianca per la terza volta consecutiva.
A questo punto dunque Haley soffre uno svantaggio anche psicologico che appare difficile da rimontare, ma prima di gettare la spugna vorrà vedere come vanno le cose il 24 febbraio in South Carolina, lo Stato di cui è stata governatrice. Se da lì dovesse arrivare una spinta forte, potrebbe restare in gara. Per sua sfortuna, però, al momento i sondaggi la vedono notevolmente indietro, attorno al 20% contro il 60% di Trump.