L’americano tipo se la mattina non ha per colazione le sue due uova, non si alza nemmeno. Le uova per gli americani sono come il caffè per gli italiani: imprescindibili. E guai a chi gliele tocca. E come per il caffè quando il prezzo sale troppo, i consumatori si innervosiscono.
I prezzi delle uova negli Usa sono letteralmene impazziti anche a causa dell’influenza aviara che ha costretto gli allevatori ad abbattere milioni di polli e galline per limitare il contagio. La dozzina di uova (è l’unità di misura più comune negli States) in 5 anni è salita da 1,5 dollari a 8 dollari, ma in alcuni casi anche a 10/12 dollari, tanto che anche le catene di fast food stanno alzando i prezzi. E qualche analista comincia a ipotizzare che potrebbe essere una spina che si insinua nell’inflazione più generale, a dispetto di quanto Trump aveva promesso agli americani.
Così, mentre il mondo cammina su un filo, in equilibrio tra enormi tensioni geopolitiche, mentre si teme un ritorno dell’inflazine Usa e un allentamento economico, ecco che proprio le uova potrebbero rappresentare il benchmark per la credibilità della Casa Bianca nel contrasto all’inflazione e il consenso nei confronti di Trump, diventando un boomerag.
Trump: “Abbasserò i prezzi il primo giorno della mia presidenza”
Proprio le uova, che erano state usate come vessillo determinante nell’affossare i consensi dell’ex presidente Joe Biden, ora rischiano di ritorcesi contro Trump. Fino al 2019 una confezione da 12 di uova costava in media all’ingrosso 1,54 dollari. A dicembre scorso il prezzo per 12 uova, sempre all’ingrosso, era salito a 4,15 dollari, un aumento del 170%. A fine febbraio 2025, però, nei negozi al dettaglio 12 uova si pagano ormai circa 8 dollari (ma possono arrivare anche ben oltre i dieci dollari): il prezzo medio ha raggiunto i 7,86 dollari. Sui social abbondano foto di scaffali di supermercati che testimoniano come in alcuni Stati, vedi la California dove c’è l’obbligo di allevare le galline senza l’uso di gabbie, si possano in realtà facilmente spendere più di 70 cent per un solo uovo. A Long Island si arriva a 1 dollaro tondo.
Trump, in campagna elettorale, aveva promesso che una volta rieletto avrebbe abbassato il costo degli alimentari fin dal “primo giorno”. Non solo ciò non è successo, ma addirittura il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) ha previzio un aumento delle uova di un altro 40% quest’anno, mentre il rialzo complessivo per i generi alimentari si limita a un +2,2%. Solo a gennaio, stando ai dati ufficiali, sono rincarate del 15%. Anno su anno l’aumento è stato del 53%.
Il piano del governo Usa per correre ai ripari
L’amministrazione Trump ha capito che l’uovo è diventato un dato sensibile e ha deciso di correre ai ripari: la scorsa settimana la ministra all’Agricoltura Brooke Rollins ha presentato un piano di risposta da un miliardo di dollari. La strategia che dovrebbe far scendere in prezzi entro l’estate prevede lo stanziamento di 500 milioni di dollari per misure di biosicurezza, 400 milioni di dollari di aiuti finanziari per gli agricoltori colpiti e 100 milioni di dollari per la ricerca sui vaccini, azioni per ridurre gli oneri normativi e l’esplorazione di “opzioni di importazione temporanea“. Da quali Paesi non è stato rivelato, ma l’Unione dei produttori di uova della Turchia ha fatto sapere che quest’anno esporterà negli Usa l’ammontare storico di 420 milioni di uova: tariffe free naturalmente. Nel frattempo, per Pasqua si attende un nuovo picco dei prezzi.
Perchè sono saliti i prezzi?
Dietro questi prezzi esorbitanti per un americano, c’è il dilagare dell’influenza aviaria, nota come H5N1, che ha iniziato a diffondersi negli allevamenti statunitensi a partire dal 2023 e ha costretto gli agricoltori all’abbattimento mirato (in cambio di risarcimenti pubblici) di 166 milioni di polli e galline, di cui 17 milioni solo tra novembre e dicembre 2024, secondo il dipartimento dell’Agricoltura del governo statunitense. Nel gennaio di quest’anno il numero di uccelli uccisi è arrivato a 23 milioni. Con il risultato di una carenza di offerta senza precedenti.
Dopo l’uccisione delle galline infatti ci vogliono mesi per smaltire le carcasse, ripulire e sanificare i pollai e far crescere nuove galline fino all’età in cui possono deporre uova. Nei supermercati statunitensi molti spesso si trovano scaffali vuoti o semivuoti, e anche quando sono riforniti alcuni negozi hanno imposto limiti alla quantità di uova che ciascuna persona può acquistare.
Oltre alla sola uccisione degli animali ci sono altri fattori che contribuiscono all’aumento dei prezzi: fra quelli connessi all’influenza ci sono le maggiori spese degli allevatori in misure alternative per limitare il contagio, per esempio far cambiare vestiti ai lavoratori quando si spostano da un ambiente all’altro. Ma anche le spese per gli stipendi, il carburante e il mangime sono cresciute a causa del rincaro.
Il rincaro si diffonde a macchia d’olio
Sui media Usa si moltiplicano gli aneddoti sull’impatto sulla vita degli americani. Negozi al dettaglio come Trader Joe’s and CostCo stanno limitando il numero di confezioni acquistabili e diverse catene di ristoranti hanno annunciato sovrapprezzi su ogni pasto contenente tuorli e albumi: da Denny’s, nota per le grandi colazioni a base di pancake, uova, bacon e salsicce a Waffle House, che hanno deciso di chiedere addirittura 50 cent in più per ogni uovo utilizzato. “Clienti e ristoranti sono costretti a prendere decisioni difficili”, la spiegazione ufficiale.
Addirittura, secondo l’American Pet Products Association, è raddoppiato rispetto al 2018 a 11 milioni, il numero degli americani che hanno deciso bypassare l’ostacolo allevando polli nel giardino di casa. Ne bastano un paio per assicurarsi, nella bella stagione, da 8 a 14 uova a settimana, ha spiegato Axios, fornendo dettagliati calcoli sul costo delle recinzioni, del mangime e la cura degli animali.
Il piano, dunque.