La Federal Reserve ha delicatamente messo la sua mano su quella che doveva essere la mossa del nuovo anno. Il 18 dicembre ha, infatti, annunciato la riduzione in gennaio del suo programma di acquisto di asset per 10 miliardi di dollari.
Sorpresi? Non completamente. Ci aspettavamo l’annuncio del tapering a marzo 2014 poiché credevamo che la prima mossa della Fed sul quantitative easing sarebbe stata più corposa in termini quantitativi – nell’ordine dei 15-20 miliardi di dollari, non di 10 miliardi. Nel 1994, ad esempio, la Fed è stata criticata per avere effettuato una mossa così lieve. Ciò nonostante, l’annuncio del 18 di una riduzione di soli 10 miliardi di dollari è proprio una mossa molto piccola, direi un “baby tapering”.
Allo stesso tempo, la Fed ha allentato il colpo in due modi: il comitato ha tenuto ad annunciare che il primo rialzo dei tassi di interesse non avverrà probabilmente fino a quando il tasso di disoccupazione non sarà ben al di sotto del 6,5%. Inoltre, 9 dei 12 membri del board che hanno citato il 2015 come l’anno del primo rialzo dei tassi, si aspettano che il tasso Fed si attesti alla fine del 2015 all’1% o al di sotto. Ciò ci fa pensare che il primo rialzo dei tassi non avverrà probabilmente fino al terzo trimestre del 2015 – in linea con quanto prevediamo da tempo.
Nella sua conferenza stampa, Ben Bernanke ha tenuto a precisare che questa mossa non è la fine della politica monetaria accomodante. Nonostante il leggero “baby tapering”, dobbiamo guardare a come la Fed risponde alle aspettative dei mercati. La reazione iniziale alla decisione della Fed di dare il via, gradualmente, al processo del tapering indica chiaramente
che i mercati stanno accogliendo con favore una ritrovata sicurezza.
Infatti, il tapering è iniziato perché l’economia americana è più forte e ha bisogno di meno supporto rispetto al passato. Continuiamo a credere che nel 2014 le azioni saranno guidate da migliori utili aziendali sulla scia di un migliore stato dell’economia. Ci attendiamo, inoltre, che i tassi di interesse aumenteranno leggermente nel corso del 2014, vediamo infatti il Treasury americano a 10 anni a circa il 3,3% per la fine del prossimo anno. Come le azioni, i tassi spesso aumentano al miglioramento delle condizioni economiche.
Ci aspettiamo che nel 2014 i mercati siano guidati maggiormente dai fondamentali e meno dalle decisioni politiche e governative, ad esempio il Congresso e il Senato americano hanno approvato ieri il budget come non accadeva da anni e questo dovrebbe evitare un’atmosfera di preoccupazione durante il 2014.