I lavoratori americani che la settimana scorsa hanno chiesto per la prima volta il sussidio di disoccupazione sono stati 309 mila. Il dato è cresciuto di 15 mila unità rispetto alla settimana precedente, pur rimanendo vicino ai minimi da aprile 2006. Gli analisti avevano previsto un rialzo più consistente, fino a 330 mila richieste. Il dato relativo alla settimana precedente è stato rivisto al rialzo da 292.000 a 294.000 unità.
Questi numeri tuttavia non sono pienamente attendibili. Il Governo americano precisa che potrebbero essersi verificati degli errori nella comunicazione dei dati da parte di alcuni Stati. E’ quindi probabile che – come già avvenuto la settimana scorsa – i numeri non influenzino in modo sostanziale l’andamento dei mercati.
In particolare, California e Nevada non sono stati in grado di consegnare dati completi a causa di problemi tecnici collegati al passaggio a un nuovo sistema informatico.
Per quanto riguarda la media delle ultime quattro settimane, più attendibile in quanto non soggetta alle fluttuazioni del mercato, è scesa di 7 mila unità, a quota 314.750. Il dato resta sotto la soglia delle 400 mila unità, che secondo gli analisti segnala l’ingresso in una fase di stallo.
Il numero complessivo dei lavoratori che hanno ricevuto sussidi di disoccupazione per più di una settimana – relativo alla settimana terminata il 7 settembre, l’ultima per la quale è disponibile il dato – è calato di 28 mila, a 2.787.000.
Sul fronte del commercio, nel secondo trimestre il deficit americano delle partite correnti è calato del 6%. A incidere sulla rilevazione sono stati soprattutto l’aumento della vendita di prodotti e servizi all’estero e la diminuzione dei guadagni degli investitori stranieri sugli asset Usa.
Secondo quanto reso noto dal dipartimento al Commercio, tra aprile e giugno il dato è calato a 98,89 miliardi di dollari. Gli analisti avevano previsto un dato a 97,08 miliardi. Il deficit del primo trimestre è stato rivisto al ribasso a 104,9 miliardi.