Dopo mesi di attesa, polemiche e tentativi di trovare un compromesso, la camera statunitense ha dato il via libera a quattro progetti di legge contenenti 95 miliardi di dollari di finanziamenti, 61 dei quali diretti all’Ucraina, 26 ad Israele, 8 agli alleati Usa nell’Indo-Pacifico e 9 per l’assistenza umanitaria per i civili nelle zone di guerra, Gaza compresa. Sono stati 311 i voti a favore, 112 quelli contrari.
I quattro provvedimenti passeranno ora al Senato e saranno poi firmati dal Presidente. Passaggi, entrambi, considerati in cassaforte.
“Oggi, i membri di entrambi i partiti alla Camera hanno votato per promuovere i nostri interessi di sicurezza nazionale e inviare un messaggio chiaro sulla potenza della leadership americana sulla scena mondiale. In questo punto di svolta critico si sono uniti per rispondere alla chiamata della storia, approvando una legislazione sulla sicurezza nazionale urgentemente necessaria per la quale ho combattuto per mesi”, ha commentato il presidente Usa Joe Biden dopo l’ok della Camera.
Gli aiuti Usa all’Ucraina
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky può finalmente tirare un sospiro di sollievo. I tanto attesi quanto necessari aiuti Usa stanno per arrivare. “Sono grato, il disegno di legge impedirà alla guerra di espandersi, salverà migliaia e migliaia di vite”, ha commentato Zelensky.
Soddisfatto anche il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, secondo cui il nuovo pacchetto “ci rende tutti più sicuri, in Europa e in Nord America” mentre il Cremlino afferma che il pacchetto di aiuti “ucciderà ancora più ucraini a causa del regime di Kiev”.
Nei dettagli, la legge per Kiev stanzia 61 miliardi, di cui 23 resteranno in Usa per riapprovvigionare gli arsenali, mentre 7,8 miliardi di aiuto finanziario diretto al bilancio ucraino saranno sotto forma di un prestito che potrà essere cancellato dal presidente, dopo le elezioni del 5 novembre: una concessione in omaggio a Donald Trump, che se tornerà alla Casa Bianca potrà esigere la restituzione della somma. Previsto anche l’obbligo per il presidente di trasferire immediatamente i missili Atacms a lungo raggio all’Ucraina, salvo rischi gli interessi nazionali americani.
Le prime consegne di nuove forniture militari sono attese in Ucraina già entro la prossima settimana. Il primo lotto comprenderà munizioni di artiglieria (a partire da quelle da 155 mm) e mezzi di difesa aerea come i Patriot, quelli che Kiev ha chiesto per mesi allo scopo di impiegarli per difendersi dall’offensiva russa.
Il voto Usa arriva infatti sull’onda dell’escalation del conflitto in Ucraina e delle sempre maggiori difficoltà al fronte di Kiev. Sviluppi che hanno indotto lo speaker repubblicano della Camera Mike Johnson a sfidare il rischio di essere sfiduciato dalla fronda trumpiana, contraria ai fondi per Kiev, e a portare in aula il maxi pacchetto di aiuti esteri già approvato dal Senato due mesi fa ma scorporandolo in quattro distinti progetti di legge. Una mossa – sostenuta anche dalla Casa Bianca – per consentire a tutti di esprimere il proprio dissenso (i repubblicani sugli aiuti all’Ucraina, i progressisti su quelli a Israele) ma incassando il risultato con maggioranze bipartisan garantite dall’appoggio determinante dei democratici.
Consiglieri militari Usa all’ambasciata a Kiev
Nel frattempo, gli Usa stanno valutando la possibilità di inviare ulteriori consiglieri militari alla propria ambasciata a Kiev, in una nuova dimostrazione dell’impegno americano nei confronti dell’Ucraina mentre la Russia sembra guadagnare slancio nel conflitto.
Secondo quanto riferito a Politico dal portavoce del Pentagono Pat Ryder, i consiglieri avranno il compito di consigliare e sostenere il governo e l’esercito ucraino.
Gli aiuti a Israele
La legge per Israele stanzia 26 miliardi, in gran parte destinati a rifornire gli arsenali dell’alleato. Nove miliardi invece vengono destinati agli aiuti a Gaza. Gli aiuti Usa a Israele “difendono la civiltà occidentale”, ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu dopo il via libera della Camera Usa al pacchetto di aiuti a Israele.
Immediata anche la reazione della presidenza palestinese che ha affermato che l’approvazione da parte della Camera dei Rappresentanti americana di miliardi di dollari in nuovi aiuti militari a Israele segna “un’aggressione contro il popolo palestinese”.Il denaro “si tradurrebbe in migliaia di vittime palestinesi nella Striscia di Gaza” e in Cisgiordania, ha precisato Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, definendola una “pericolosa escalation”.