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Usa-Russia, vertice sull’Ucraina a Riad: il dialogo c’è ma è ancora presto per incontro Trump-Putin. La bozza di accordo e l’ira di Zelensky

Zelensky non va a Riad, dove è in corso il primo incontro diretto tra diplomazia statunitense e russa dall’inizio della guerra in Ucraina, la reazione di Mosca: “Merita bacchettate”. Il ruolo dell’Europa. La bozza di accordo di Trump: la colonizzazione dell’Ucraina sotto vessillo americano a tempo indeterminato

Usa-Russia, vertice sull’Ucraina a Riad: il dialogo c’è ma è ancora presto per incontro Trump-Putin. La bozza di accordo e l’ira di Zelensky

I negoziatori russi e statunitensi inizieranno i contatti sull’Ucraina a tempo debito, ma è ancora presto per stabilire la data di un vertice Putin-Trump. Lo ha detto Il consigliere capo della politica estera russa, Yuri Ushakov, al termine del colloquio fra Usa e Russia a Riad, aggiungendo che la decisione di avviare contatti con gli Stati Uniti sull’Ucraina spetterà in ultima analisi al presidente russo Vladimir Putin. Per organizzare l’incontro Trump-Putin, ha affermato, “le delegazioni dei due Paesi devono lavorare a stretto contatto. Siamo pronti per questo, ma è ancora difficile parlare di una data specifica per l’incontro dei due leader”.

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Vertice Usa-Russia a Riad: ecco cosa è successo

Al centro del summit, i passi da compiere per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina e l’ipotesi di una conferenza di pace in Turchia. Tuttavia, mentre Mosca cerca di sfruttare il cambio di rotta avvenuto alla Casa Bianca, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è scagliato contro il vertice. Per tutta risposta, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha replicato: “Merita bacchettate sulle mani”.

A Riad i colloqui sono andati avanti per circa quattro ore e mezzo. “Abbiamo parlato ed esporto le nostre posizioni di principio e abbiamo concordato che squadre distinte di negoziatori si metteranno in contatto sul dossier al momento opportuno – ha detto Ushakov – Gli americani devono nominare i loro rappresentanti, noi i nostri e poi, probabilmente, inizierà il lavoro”.

Intanto, mentre la Russia insiste affinché la Nato rinunci alla promessa del 2008 di concedere all’Ucraina l’adesione all’Alleanza e che l’Ucraina stessa adotti uno status neutrale, gli Stati Uniti non sembrano intenzionati ad allentare le sanzioni contro la Russia prima di una fine, positiva per le parti, del conflitto in Ucraina. Stati Uniti e Russia, si legge sulla dichiarazione diffusa dal dipartimento di Stato al termine dei negoziati di questa mattina a Riad fra le delegazioni dei due Paesi, inizieranno a considerare “una futura cooperazione su questioni di interesse reciproco geopolitico e storico e su opportunità economiche e di investimento che emergeranno da una fine positiva del conflitto in Ucraina”.

Vertice Usa-Russia a Riad: l’ira di Zelensky

La visita del presidente ucraino Zelensky a Riad è stata posticipata a lunedì 10 marzo. Lo ha annunciato lo stesso Zelensky ad Ankara, dove ha incontrato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. ”Non andrò domani in Arabia Saudita. Farò una visita il 10 marzo”, ha affermato il leader ucraino su Telegram. Come mai? “Una sorpresa” i colloqui a Riad, “li abbiamo appresi dai media”, ha sostenuto. E poi chiede che nel confronto siano coinvolti anche Ue, Regno Unito e Turchia.

Vertice Usa-Russia a Riad: la bozza di Trump

La colonizzazione dell’Ucraina sotto vessillo americano a tempo indeterminato. Sarebbe questo l’orizzonte che Kiev – e con Kiev anche Bruxelles – potrebbero vedersi imposta dall’amministrazione Trump stando a una bozza negoziale Usa trapelata sui media britannici. Bozza che mette nero su bianco la cifra di 500 miliardi di dollari di “accordi economici” evocata pubblicamente nei giorni scorsi dal presidente Donald Trump come compensazione che gli Stati Uniti si attendono a fronte degli aiuti forniti in tre anni di guerra con la Russia.

Il testo, datato 7 febbraio, è stato visionato fra gli altri dal Daily Telegraph in copia. Stando a questa copia, si tratterebbe di un proposta d’intesa – accolta per ora negativamente da Zelensky e fatta poi filtrare ai media dal suo entourage – che non riguarda solo lo sfruttamento americano delle terre rare o di altre risorse minerarie ucraine citato da The Donald. Ma si tradurrebbe in un controllo dell’economia di Kiev a largo raggio: dalla cogestione dei porti e di altre infrastrutture all’esclusiva su quei giacimenti di petrolio, gas o carbone non situati nelle regioni orientali russofone ormai occupate dalle forze di Vladimir Putin Mosca, le più ricche di materie prime del Paese.

Il documento, classificato come “confidenziale”, fa riferimento sulla carta a “investimenti congiunti” ucraino-americani destinati a evitare che attori “ostili possano trarre beneficio dalla ricostruzione dell’Ucraina”. Tuttavia sembra avere in effetti i contorni di un accordo capestro, che ricorda “le riparazioni” imposte in passato ai nemici dopo un conflitto perduto. Secondo il giornale britannico, se il testo fosse confermato, si tratterebbe di condizioni più gravose perfino di quelle riservate a Germania e Giappone nel 1945 dopo la disfatta nella Seconda guerra mondiale. Con un peso stimato sul Pil ucraino superiore in proporzione a quello imposto alla stessa Germania in seguito al Trattato di Versailles che mise fine alla Prima guerra mondiale.

A giudicare dalla sintesi partorita dal Telegraph, la bozza d’accordo lascerebbe di fatto a Mosca ciò che controlla oggi, fotografando l’esistente, in cambio del dominio economico di Washington sul restante territorio ‘sovrano’ del Paese ex sovietico. Dominio da esercitare anche per evitare – par di capire – il timore una concorrenza futura della Cina. Il tutto, nelle intenzioni, in un quadro di marginalizzazione e umiliazione dell’Ue e degli alleati europei in generale.

“Io penso che sia uno scenario decisamente indigeribile per l’Europa”, ha commentato al giornale Ian Bond, ex diplomatico e attuale vicedirettore del Centre for European Reform di Londra. “In sostanza – ha proseguito – Trump sembra voler agire rivendicando all’America il diritto d’impossessarsi delle risorse nazionali dell’Ucraina come contropartita al sostegno dato finora. Anche se, a guardar bene l’ammontare complessivo degli aiuti a Kiev, la verità è che gli Usa hanno fornito più assistenza militare, ma l’Ue ha garantito molto di più in termini di aiuti finanziari e umanitari: cosa che Donald Trump considera essenzialmente come inesistente”.

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