L’economia americana sembra aver scongiurato il rischio di una ‘doppia recessione’ ma la ripresa rimane debole e incerta. I dati di maggio diffusi oggi dal Dipartimento del Commercio mostrano che i consumi faticano a decollare di nuovo. Le vendite al dettaglio sono calate dello 0,1% rispetto ad aprile, un dato su cui hanno pesato le difficoltà del settore auto e dei fornitori giapponesi in seguito ai danni del terremoto. Il dato tendenziale segna un 7,7% su base annua, ma si moltiplicano i segnali di rallentamento dei consumi, ora che il pacchetto di stimoli per l’economia è gradualmente ritirato e i bilanci delle famiglie restano appesantiti dai debiti della crisi dei subprime.
Rialzo superiore alle attese per i prezzi alla produzione, +0,2% rispetto ad aprile. Il dato risente ancora della fiammata dei prezzi dell’energia, ma è in calo rispetto agli aumenti dei periodi precedenti, segno che l’effetto del greggio sui costi di produzione sta ormai rientrando.
Con un mercato del lavoro asfittico, i nuovi dati non semplificano gli attuali negoziati tra Democratici e Repubblicani sul tetto all’indebitamento delle amministrazioni federali. L’attuale limite di 14,3mila miliardi di dollari sarà raggiunto il 2 agosto: senza un aumento del plafond, gli Usa rischiano un default tecnico sul debito. Cinque giorni fa l’agenzia di rating Fitch ha annunciato un downgrade dei titoli Usa in assenza di un intervento. Il presidente Obama ha oggi avvertito il Congresso, con la Camera in mano ai Repubblicani, che senza un accordo gli Stati Uniti “potranno vivere una nuova crisi finanziaria e l’intero sistema finanziario globale sarà a rischio”. I Democratici vorrebbero alzare le tasse, mantenendo inalterata la spesa pubblica; i Repubblicani sono invece riluttanti ad accettare un debito pubblico più alto senza fare tagli al budget.