Nel giorno in cui il presidente americano Barack Obama si trova a Roma per incontrare Papa Francesco, Giorgio Napolitano e Matteo Renzi, da Washington arrivano dati positivi sull’economia degli Stati Uniti.
Secondo il dipartimento del Commercio, nel quarto trimestre il Pil a stelle e strisce è cresciuto del 2,6% su base annua. Il dato è superiore a quello contenuto nelle stime intermedie, che parlavano di un incremento pari al 2,4%, ma inferiore alle attese degli analisti, che avevano previsto una revisione al rialzo fino al +2,7%. La stima preliminare di gennaio aveva segnalato un +3,2%.
Nel terzo trimestre il Pil americano era cresciuto del 4,1%, mentre fra aprile e giugno 2012 l’aumento era stato del 2,5%.
Sul fronte del mercato del lavoro, i lavoratori statunitensi che la settimanascorsa hanno richiesto per la prima volta il sussidio di disoccupazione sono stati 311mila, 10mila in meno rispetto alla settimana precedente. In questo caso il dato batte le previsioni degli analisti, che attendevano un rialzo a 325mila unità. La rilevazione della settimana precedente è stata rivista al rialzo da 320 a 321mila unità.
La media delle quattro settimane, più attendibile in quanto non soggetta alle fluttuazioni del mercato, è scesa a 317.750 unità, il minimo da settembre. Il dato resta al di sotto delle 400mila unità, soglia che secondo gli analisti segnala una fase di stallo.
Il numero complessivo dei lavoratori che hanno ricevuto sussidi di disoccupazione per più di una settimana – relativo alla settimana terminata il 15 marzo, l’ultima per la quale è disponibile il dato – è calato di 53mila unità, a quota 2 milioni e 823mila.
Sul versante obbligazionario, all’indomani di una seduta con prezzi in rialzo, i Treasury perdono terreno proprio grazie all’inatteso calo delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione. Il segnale di oggi non fornisce comunque chiare indicazioni su come sarà la politica monetaria della Federal Reserve, che intende basarsi sul mercato del lavoro nel suo complesso prima di prendere decisioni sui tassi.
Tra le varie scadenze, è il titolo a 7 anni a soffrire di più, complice l’asta odierna da 29 miliardi di dollari. Rbs Securities ha osservato vendite su questa scadenza nell’overnight. La buona domanda delle aste di titoli a 2 e 5 anni questa settimana potrebbe ridurre l’appetito per quella odierna. Il decennale cede 2/32 con rendimento al 2,703%. Il titolo a tre anni viaggia allo 0,0406%.
Questo l’andamento delle altre scadenze: per i titoli a 2 anni rendimento in ribasso allo 0,4575%, per quelli a 5 anni rendimento in aumento all’1,7249%, per i trentennali rendimento in flessione al 3,5313%.
Quanto a Wall Street, i futures sugli indici S&P, Dow Jones e Nasdaq hanno virato al rialzo subito dopo la diffusione delle cifre sui sussidi di disoccupazione e sul Pil dell’ultimo trimestre del 2013, risultando in crescita dello 0,1%.