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Usa: Pil +1,5% nel terzo trimestre

FIRSTonline

Il Pil degli Stati Uniti è cresciuto dell’1,5% nel terzo trimestre del 2015, in rallentamento rispetto al +3,9% del secondo quarto dell’anno, soprattutto per l’andamento delle scorte e delle spese di consumatori e aziende. Nel primo trimestre il Pil aveva segnato un +0,6%, mentre nel quarto trimestre dell’anno scorso la crescita era stata del 2,2 percento.

Il nuovo risultato, reso noto oggi dal dipartimento al Commercio americano, è però in linea con la media delle previsioni degli analisti e ciò rafforza le attese per un rialzo dei tassi a dicembre, una mossa definita ieri “appropriata” dalla Fed. Tuttavia, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso la crescita del terzo trimestre è stata pari al 2%, il passo annuale più lento dal primo trimestre 2014.

La Federal Reserve per il 2015 prevede un rialzo del 2,1% (rivisto al rialzo durante la riunione del Fomc di settembre; la prossima revisione è attesa al termine del meeting di dicembre). L’andamento del Pil dimostra come l’economia americana, che pure viaggia a passo rapido, deve ancora puntellare alcuni fronti, come quello inflazionistico.

Tornando al dato del terzo trimestre, a pesare in modo particolare sono state le scorte private, che hanno sottratto al Pil del periodo 1,44 punti percentuali. La riduzione delle scorte può essere un segnale del fatto che le aziende non hanno fiducia nell’andamento futuro della domanda ed evitano dunque di produrre in eccesso.

Le vendite finali reali, che misurano l’output economico escludendo le variazioni delle scorte, sono aumentate del 3%, sotto il 3,9% del precedente trimestre. Gli investimenti aziendali sono cresciuti del 2,1% contro il 4,1% precedente.

Le spese per consumi, che generano due terzi dell’output, sono aumentate del 3,2%, meno del 3,6% dei tre mesi precedenti. Le famiglie, che l’anno scorso avevano messo volentieri mano al portafoglio sulla scia del ribasso dei prezzi energetici, sembrano ora più incerte.

Meno saldo anche il settore delle costruzioni: le spese per al costruzione di edifici e per il loro ammodernamento sono cresciute del 6,1%, contro il tasso vicino al 10% dei precedenti tre trimestri.

Per quanto riguarda gli scambi commerciali, il loro impatto sul dato generale è stato praticamente nullo (hanno sottratto 0,03 punti percentuali alla crescita). In particolare, le esportazioni sono salite dell’1,9%, mentre le importazioni sono aumentate dell’1,8%.

Da segnalare che le spese federali, che hanno inciso in negativo sulla crescita dal 2010, sono aumentate dell’1,7%, meno del 2,6% del periodo aprile-giugno.

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