In attesa del responso delle urne, arriva quello dei mercati finanziari. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama non vive uno dei suoi momenti di massima popolarità, e in attesa dell’esito delle elezioni di mid-term non è sostenuto neanche dalla Borsa di Wall Street, che nel giorno del voto ha aperto in territorio negativo: il Dow Jones è quasi invariato a 17.358,63 punti, il Nasdaq invece perde quasi lo 0,3% a 4.157,185 punti. A penalizzare i listini Usa sono fra gli altri i dati negativi sul deficit della bilancia commerciale, che sale a settembre oltre i 43 miliardi di dollari, e il continuo calo del prezzo del petrolio, con il Brent che scende a 82,84 dollari.
Proprio a Wall Street tiene banco il caso Alibaba, che ha battuto le attese sul fronte dei ricavi, ma non su quelle di utile netto: il titolo apre in ribasso del 2%, poi recupera. Per quanto riguarda le elezioni che decideranno le sorti dell’ultimo biennio di Barack Obama alla Casa Bianca, gli ultimi sondaggi dicono che la vittoria dei repubblicani è scontata alla Camera, che dovrebbe restare sotto il controllo del Grand Old Party già in vantaggio di 34 seggi. La vera sfida sarà al Senato, dove attualmente i democratici hanno una maggioranza di 53 seggi (più due indipendenti) contro 45, ma la situazione è ancora molto incerta.
I primi risultati arriveranno dalle urne nelle regioni orientali di Indiana e Kentucky, che chiudono alle 23 ora locale (la mezzanotte ora italiana), mentre l’ultimo a chiudere è l’Alaska, alle 6 del mattino del 5 novembre (le 7 ora italiana), uno degli Stati decisivi. In ogni caso Obama non sarà stato tra i presidenti più brillanti sul fronte di Wall Street. Tra il novembre 2010 e la primavera del 2011, cioè nel semestre successivo alle sue elezioni di mid-term durante il primo mandato, il primo cittadino democratico si aggiudicò una performance decisamente sotto la media dopo la metà del suo primo mandato: +5,9%. Alla Borsa newyorchese, che adesso si trova sui massimi storici di sempre, tocca il verdetto per i prossimi sei mesi, ma al momento persino George W. Bush, uno dei presidenti meno popolari sul fronte finanziario, ha fatto meglio: +18% la prima volta, +12% la seconda.