Nel quarto trimestre del 2015 il Prodotto interno lordo degli Stati Uniti è cresciuto dello 0,7% su base annua. E’ quanto emerge dalla stima preliminare del dato diffuso dal dipartimento al Commercio americano. Il risultato è inferiore alle previsioni: gli analisti, in media, attendevano una crescita dello 0,8%. Nel terzo trimestre il Pil degli Usa era salito del 2%, mentre nel secondo la crescita era stata del 3,9% e nel primo dello 0,6%. In tutto il 2015 la crescita è stata del 2,4%, lo stesso dato registrato 2014, di poco superiore alla media del 2,1% fatta segnare dal 2010 a oggi.
Il dato diffuso oggi conferma il rallentamento dell’economia americana riconosciuto dalla Fed, che mercoledì – alla fine dell’ultima riunione del Fomc che ha confermato i tassi d’interesse dopo il rialzo di dicembre – ha annunciato l’intenzione di monitorare gli sviluppi economici e finanziari globali per valutare che impatto possono avere sulla prima economia al mondo. Ciò fa pensare che l’approccio della Banca Centrale in materia di tassi sarà particolarmente graduale.
Intanto, i future a Wall Street si muovono in rialzo in linea alle piazze mondiali, sostenute dalla decisione della Banca centrale giapponese di introdurre per la prima volta in assoluto tassi negativi sui depositi delle banche presso l’istituto centrale. Nell’ultimo giorno di scambi del mese, Dow Jones e S&P 500 si apprestano a chiudere il peggiore gennaio dal 2009. Il petrolio invece si appresta a terminare la seconda settimana di fila di rialzi. I future del Dow Jones salgono di 100 punti, lo 0,63%; quelli dell’S&P 500 crescono di 10,25 punti, lo 0,54%; quelli del Nasdaq aggiungono 14,25 punti, lo 0,34%. Il petrolio a marzo al Nymex segna un +1,29% a 33,65 dollari al barile.