Ad ottobre la fiducia dei consumatori americani è scesa ai minimi dal marzo 2009. L’indice calcolato dall’organizzazione Conference Board è calato a 39,8 punti, dai 46,4 registrati a settembre (dato rivisto da una stima iniziale pari a 45,4 punti).
Un risultato molto inferiore rispetto alle stime gli analisti, che avevano previsto una semplice limatura a quota 46 punti. “Siamo tornati ai livelli della recessione”, ha detto Lynn Franco, direttore del centro di ricerca del Conference Board. L’indice che misura le condizioni per il futuro, invece, è calato su base mensile da 55,1 a 48,7 punti.
Segnali leggermente più incoraggianti per gli Stati Uniti arrivano dal settore immobiliare. Ad agosto i prezzi delle case sono cresciuti leggermente rispetto a luglio, segnando il quinto mese consecutivo di incrementi. Secondo l’indice Case-Shiller stilato da Standard & Poor’s, il rialzo è stato dello 0,2%.
Su base annuale, invece, il dato continua a far segnare un saldo pesantemente negativo: -3,5 e -3,8%, prendendo in considerazione rispettivamente i 10 e i 20 mercati metropolitani maggiori. “Vediamo un modesto spiraglio di speranza in questi dati”, ha commentato David Blitzer, presidente del comitato sull’indice di S&P.
In ogni caso, nonostante prezzi e tassi d’interesse restino bassi, il mercato fatica ancora a riprendersi dopo la crisi dei mercati finanziari del 2008, soprattutto a causa dell’elevata disoccupazione, dell’alto numero dei pignoramenti e dei requisiti più rigidi per accendere un mutuo.