L’uomo più detestato di San Francisco, si auto-definisce. In realtà, lo è più che altro dai ristoratori, che gli incolpano di aver creato un’app tanto geniale quanto dannosa (per loro): ReservationHop, ovvero la vendita online di prenotazioni al ristorante, per una cifra media intorno ai 12 dollari.
Lui si chiama Bryan Mayer e l’idea gli è venuta dopo aver fatto una lunghissima coda per assaggiare una specialità messicana, il burrito. Cose che capitano a tutti, soprattutto nelle sere dei weekend e specialmente nei luoghi più affollati, vuoi per il successo vuoi per i posti limitati. E ancora, avrà pensato Mayer, a chi non è capitato di prendersi la briga di prenotare – online o per telefono – e di ricevere comunque risposta negativa?
Ecco dunque ReservationHop: Mayer prenota in largo anticipo e sotto falso nome in tutti i ristoranti di San Francisco, o quantomeno nei più ambiti, e poi rivende la prenotazione. L’iscrizione al sito è gratuita e la prenotazione – quella per così dire rivenduta – può essere disdetta in qualsiasi momento dal cliente. Da qui la rabbia degli esercenti californiani: mentre infatti, una volta ceduto il booking, Mayer incassa in ogni caso i suoi 12 dollari di media, il risultato è che spesso il tavolo prenotato rischia poi di rimanere vuoto.
“Non era mia intenzione danneggiare i ristoranti – ha recentemente dichiarato il fondatore di ReservationHop -: anzi passo buona parte del mio tempo a incontrare i ristoratori e a scusarmi con loro per i disagi provocati. Cerco costantemente il dialogo per migliorare il servizio e non arrecare danno a nessuno”. Basterà a convincerli? Intanto anche la rete si divide, tra quelli che danno a Mayer del buon imprenditore e quelli che lo accusano di “rubare i soldi ai ristoratori”.
Un po’ la stessa bagarre che ha scatenato, sempre negli Usa, la app MonkeyPark, che permette di offrire un parcheggio a un altro automobilista quando lo si lascia, in cambio di qualche euro. “E’ il mercato secondario della prenotazione”, secondo Mayer.