Terremoto ai vertici dell’Europa. Jean-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, ha annunciato le sue dimissioni dichiarando di dover lasciare l’incarico perché “sono troppo forti le ingerenze francesi e tedesche nel suo lavoro”. Parigi e Berlino, “si comportano come se fossero i soli membri del gruppo”, ha detto Juncker durante un discorso ad Amburgo. Parole forti che, a pochi giorni giorni dal voto francese, non aiutano di sicuro Nicolas Sarkozy. Lo stesso Juncker, che si è spesso speso a favore degli Eurobonds, si è detto favorevole all’idea che il suo successore sia il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble.
Il vento dell’Orso arriva da Chicago, la terra di Barack Obama. Ieri, nel bel mezzo di una giornata “sottile” di scambi in errore è arrivata la doccia fredda dell’inattesa caduta dell’indice degli acquisti delle Pmi di Chicago, scivolato ai minimi dal dicembre 2009. Un segnale che la ripresa americana è meno robusta di quel che non si speri.
Una giornata “di ponte” caratterizzata da volumi ridotti, a Milano l’indice FtseMib è sceso del 1,2%, Londra è arretrata dello 0,4%, Parigi -1,5%, Francoforte -0,4%. Chiudono in ribasso i listini Usa: il Dow Jones registra un calo dello 0,11%, S&P -0,39%, Nasdaq -0,74%.
Il rallentamento dell’economia americana ha dunque colpito le piazze europee più degli stessi Usa. Anche perché, contro il Vecchio Continente, gioca l’annuncio ufficiale che la Spagna, quarta economia della Zona euro, è entrata ufficialmente in recessione, la seconda dal 2009, accusando un calo del Pil dello 0,3% nel primo trimestre 2012 (le previsioni erano per un calo dello 0,4%). Madrid, intanto, sta mettendo a punto il progetto della bad bank in cui far affluire gli assets tossici presenti nei bilanci bancari: è l’ultima carta per evitare il commissariamento in sede Ue.
Sul mercato dei titoli di Stato il Btp è migliorato leggermente con il rendimento in calo al 5,49% e lo spread con il Bund in discesa a 383 punti (-8 punti).
Microsoft investirà 300 milioni in una società promossa da Barnes & Noble, la catena di librerie più famosa d’America, per il commercio elettronico di dvd, film, videogiochi e libri sulla piattaforma di Window 8, il prossimo sistema operativo del colosso di Redmond. La nuova società, in cui Microsoft disporrà del 17,6%, è stata valutata 1,7 miliardi di dollari, ovvero il doppio della capitalizzazione di Barnes & Noble. Di riflesso, si sono impennati i titoli a Wall Street: +97%.
Hanno sofferto l’ondata di pessimismo soprattutto i titoli industriali. Fiat è scesa del 2,9%, Fiat Industrial -2,3%, Prysmian -3,6%. StM ha subito la decisione di Moody’s che ha abbassato l’outlook (giudizio sulle prospettive future) a negativo da stabile e il titolo ha perso il 4,1%. In calo anche Finmeccanica -1,5% e la controllata Ansaldo -1,4%.
Due le aree in fermento, nonostante il clima negativo e l’attività ridotta: il lusso e il polo assicurativo. Parlando di luxury, il migliore della giornata è Ferragamo che ha messo a segno un altro balzo del 6,4%, dopo avere guadagnato la settimana scorsa il 12,8%. Brunello Cucinelli è salita del 3,4%. Tutte positive le società ex Ligresti impegnate nel maxi-piano di aggregazione: Premafin +8,3%, Milano Assicurazioni +4,8%, Fondiaria–Sai +2,7%. Sale anche Unipol +1%.
A fine giornata le banche offrono un panorama contrastato, con ribassi per Unicredit -2,2% e Intesa -1,9%, e rialzi per Mediobanca +1,4%, Ubi +3%, MontePaschi +1,6% e Popolare Milano +1,6%.