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Usa, deficit commerciale cresce a sorpresa

FIRSTonline

Brutta sorpresa per i mercati dagli Stati Uniti. A novembre il deficit commerciale Usa è cresciuto del 15,8%, a 48,73 miliardi di dollari, dai 42,06 miliardi di dollari di ottobre (dato rivisto al ribasso dai precedenti 42,24 miliardi). Gli analisti avevano previsto invece un ribasso a 41,2 miliardi, sulla scia del calo dei prezzi del petrolio.

Il risultato è dovuto principalmente all’aumento delle importazioni di beni non petroliferi, che hanno toccato livelli record. Se dal conteggio si esclude l’oro nero, il il dato ha raggiunto i massimi degli ultimi cinque anni. Lo ha reso noto il dipartimento del Commercio americano. 

In generale le importazioni sono aumentate del 3,8%, a 231,28 miliardi, con rialzi soprattutto per i beni di consumo. In particolare, gli acquisti di cellulari sono saliti del 27% e i prodotti farmaceutici quasi del 20%. L’import di greggio è sceso a 23,68 miliardi di dollari, dai 25,9 miliardi di ottobre. Il prezzo medio del barile è calato di 2,3 dollari, a 97,45 dollari.

In calo anche il volume delle importazioni, sceso a 243,01 milioni di barili, dai 259,66 milioni di barili precedenti. Quanto alle esportazioni, sono cresciute appena dell’1%, a 182,55 miliardi di dollari, dai 180,81 miliardi del mese precedente. 

Allargando lo sguardo alle relazioni con i partner commerciali, il deficit nei confronti della Cina è sceso dell’1,7%, a 28,95 miliardi di dollari (con un ribasso delle esportazioni del 2,1% e delle importazioni dell’1,8%).

Il deficit con il Giappone invece è calato dell’11,6%, a 6,19 miliardi di dollari, mentre quello verso l’Eurozona è balzato quasi del 20%, ai massimi dall’ottobre 2007. Il deficit verso il Canada è salito del 73%, a 3 miliardi di dollari.

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