Nel mese di gennaio il deficit commerciale degli Stati Uniti è cresciuto in scia all’aumento delle importazioni di petrolio anche se, esclusa la componente energia, ci sono segnali incoraggianti per l’economia americana.
Il dato è salito di circa il 17%, a 44,45 miliardi di dollari, dal risultato (rivisto) del mese precedente di 38,14 miliardi di dollari. Lo comunica il dipartimento del Commercio Usa, sottolineando che si tratta di un numero superiore alle attese degli analisti, che si aspettavano un incremento più contenuto a quota 43 miliardi.
In generale, le importazioni sono cresciute dell’1,8% a 228,90 miliardi di dollari mentre le esportazioni – punto cruciale della strategia dell’amministrazione Obama – sono calate dell’1,2%, a 184,45 miliardi di dollari, in scia al calo della domanda internazionale di greggio. Gli Stati Uniti hanno invece esportato più automobili, macchinari e generi alimentari.
In particolare, l’export nei vicini Canada e Messico è cresciuto mentre è calato per Cina ed Europa – due dei maggiori partner commerciali del Paese. L’espansione del deficit commerciale arriva dopo che a dicembre era stata registrata le più grande contrazione del dato in quattro anni.