Brutte sorprese dagli Stati Uniti, che nel pomeriggio italiano hanno pubblicato numeri peggiori delle attese sul fronte del lavoro, del commercio e della produttività.
OCCUPAZIONE SETTORE PRIVATO
Secondo il rapporto mensile redatto da Macroeconomics Advisers e dall’ Automatic Data Processing, l’agenzia che si occupa di preparare le buste paga, a maggio nel settore privato sono stati creati 179mila posti di lavoro, meno dei 210mila attesi dagli analisti (dopo i 288mila di aprile). Le piccole aziende hanno creato 82mila posti di lavoro, quelle medie 48mila e quelle grandi 61mila. Nel settore servizi i nuovi occupati sono stati 150mila, contro i 29.000 del comparto per la produzione di beni. Il dato, come di consueto, viene pubblicato prima del rapporto sull’occupazione del dipartimento al Lavoro, in arrivo il 6 giugno. Il tasso di disoccupazione dovrebbe salire dal 6,3 al 6,4%.
DEFICIT COMMERCIALE
Il dipartimento del Commercio Usa, invece, ha comunicato oggi che il deficit della bilancia commerciale americana è salito ad aprile del 6,9%, a 47,2 miliardi di dollari. Si tratta del livello più alto da due anni. Gli economisti avevano previsto un deficit di 41,3 miliardi. Il dato di marzo è stato rivisto da -40,4 a -44,2 miliardi. Nel dettaglio, le esportazioni sono calate ad aprile del 2,1%, a 193,3 miliardi. Le importazioni sono aumentate invece del 3,1%, raggiungendo il nuovo livello record di 240,6 miliardi.
PRODUTTIVITA’
Infine, stando alla prima revisione del dato diffuso dal dipartimento al Lavoro, l’indice ottenuto dividendo la produzione per il numero di ore lavorate è calato del 3,2%. La stima preliminare parlava di un calo dell’1,7% (la revisione finale è in calendario il mese prossimo). Gli analisti attendevano un calo del 3,1%. Il costo unitario del lavoro – il dato relativo è reso noto insieme alla produttività e rappresenta un importante termometro delle pressioni inflazionistiche – è balzato del 5,7%, rivisto al rialzo dal +4,2% della prima stima. Il consensus attendeva un rialzo del 5,5%.