Gli Stati Uniti si sono appellati all’Organizzazione mondiale per il commercio (WTO) contro i sussidi cinesi all’industria automobilistica e dei componenti per l’auto. In una prima fase del processo, Washington ha chiesto consultazioni per una risoluzione della disputa. Secondo gli Stati Uniti l’industria locale è danneggiata dalle importazioni cinesi a basso costo. Il ricorso è basato sul programma cinese “export base” secondo cui Pechino sosterrebbe alcuni produttori in regioni designate allo scopo di svilupparli come centri per l’export. Il Governo cinese ha iniettato più di un miliardo di dollari Usa nel settore domestico fra il 2009 e il 2011.
“Il programma cinese – sostengono i produttori americani – garantisce sussidi all’export che non sono previsti secondo le regole della WTO perché costituirebbero una distorsione dei rapporti commerciali”.
Questa mossa segue la decisione cinese di sfidare in seno alla WTO le misure anti-dumping americane su attrezzature per la cucina, carta e altri beni per un valore di miliardi di dollari perché aggiungerebbero un peso all’industria internazionale in un momento di debolezza della domanda.
Pechino e Washington si sono scontrate varie volte sulle barriere commerciali e sui sussidi all’industria in diversi settori, fra cui quelli dell’auto, pannelli solari, pneumatici, acciaio e pollame. La pressione politica sale da entrambi i lati in un momento di calo generalizzato della domanda e di perdita di posti di lavoro.
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