Altro che nemici. Alla vigilia dei colloqui di Washington si moltiplicano i segnali di pace tra Stati Uniti e Cina. Il Dipartimento del Tesoro americano ha rimosso Pechino dalla lista dei paesi accusati di manipolare il cambio. Immediata la reazione: il cross dollaro yuan scende per il quarto giorno consecutivo a 6,87, il minimo da luglio. Il rally è favorito dal miglioramento dei conti commerciali cinesi: a dicembre l’export è risalito del 7,6%. I mercati apprezzano il nuovo corso.
GOOGLE SFIORA I MILLE MILIARDI, OGGI I CONTI DELLE BANCHE
Apple (+2,14%, a un passo dal nuovo record assoluto) guida la corsa della tecnologia made in Usa. Alphabet, casa madre di Google, sfiora i mille miliardi di capitalizzazione (993 miliardi di dollari).
Wall Street attende con fiducia i conti di JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo, che apriranno oggi la campagna delle trimestrali.
Continua così la marcia degli indici: il Dow Jones (+0,29%) è il più fiacco; S&P 500 +0,7% a 3.288 punti e Nasdaq +1,04% a 9.274 punti stabiliscono nuovi record.
COLPO GROSSO NEL FINTECH: VISA PAGA 5,3 MILIARDI PER PLAID
Nella notte è stato annunciato un affare miliardario nel Fintech: Visa ha pagato 5,3 miliardi di dollari per Plaid, una piattaforma che serve a connettere in sicurezza le banche con i conti dei clienti.
Positivi ma meno euforici i listini asiatici. La Borsa del Giappone guadagna lo 0,6%. L’Hang Seng di Hong Kong è in calo dello 0,2% e il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen dello 0,1%. Avanza l’Australia (+0,7%).
Perdono colpi i beni rifugio: l’oro è in calo dello 0,7% a 1.537 dollari l’oncia, dal -0,9% di ieri in chiusura. In discesa anche lo yen: il cross con il dollaro è salito oltre la soglia psicologica di 110. In discesa anche i T-bond Usa.
Il petrolio Brent prova a stabilizzarsi dopo cinque sedute consecutive di ribasso: stamattina il greggio del Mare del Nord è scambiato a 64,3 dollari il barile (+0,1%).
DAZI, LO CHAMPAGNE NEL MIRINO DI TRUMP
Calano le tensioni sui commerci tra Cina e Stati Uniti, tornano a soffiare i venti di crisi, se non di guerra commerciale tra Europa e Usa, divisi sulle multe a suo tempo comminate all’Airbus e dalla web tax che la Francia intende applicare sui giganti del web. Phil Hogan, il nuovo commissario Ue cui tocca il dossier dei dazi, sarà oggi a Washington con l’obiettivo di evitare la stretta sullo champagne, prima vittima di un possibile scontro sulle tariffe. Attenzione oggi ai dati della crescita tedesca, probabilmente la più bassa (+0,5%) degli ultimi anni. In questa cornice, cade il peggioramento della crisi libica dopo il fallimento dei colloqui di Mosca.
PIAZZA AFFARI -0,5%, LA STERLINA DEBOLE SOSTIENE LA CITY
Piazza Affari -0,52%. L’indice di Milano, il peggiore del Vecchio Continente, scende sotto quota 24 mila a 23.896 punti.
Il leading indicator Ocse relativo all’Italia segnala anche a novembre una stabilizzazione della crescita “al di sotto del trend”.
Meno pesanti le perdite degli altri mercati: Francoforte cede lo 0,24%. Nonostante le richieste a Berlino di spendere di più, la politica tedesca non cambia: nel 2019 i conti dello Stato chiudono con un saldo positivo di 13,5 miliardi di euro. La Germania dispone di un “tesoretto” (vero, mica all’italiana) di 48 miliardi.
Piatta Parigi (-0,02%). Madrid -0,31%.
Sale Londra (+0,39%), favorita dalla debolezza della sterlina (-0,6%). La crescita dell’economia del Regno Unito si è fermata a un modesto +0,1% nel trimestre chiuso a novembre. Si tratta del ritmo più basso dal 2012. Si rafforza l’ipotesi di un possibile taglio dei tassi d’interesse già ventilato dalla Bank of England in caso di peggioramento del quadro macro.
IL BUND VERSO IL RENDIMENTO ZERO. OGGI L’ASTA DEI BTP
Vigilia agitata delle aste sul mercato obbligazionario. I rendimenti dei titoli di Stato dell’Eurozona in lieve rialzo in vista dei volumi significativi delle emissioni di questa settimana.
Il Bund decennale torna a rivedere il territorio positivo: ieri il rendimento del bond governativo di riferimento della Germania si è attestato a -0,15%, in rialzo di 4 punti base. Nel caso le aspettative di inflazione a cinque anni in Europa dovessero muoversi ulteriormente al rialzo, passando a +1,4%, dall’attuale +1,3%, ci potrebbe essere, secondo Citigroup, una risalita di trenta punti base del rendimento del Bund.
Poco mosso lo spread con il decennale italiano, a 157,987 punti, alla vigilia delle aste di oggi, su scadenze a 3,7 e 20 anni per un massimo di 6,75 miliardi di euro. Si continua a parlare di una prossima emissione a lungo del Tesoro che potrebbe così sfruttare l’attenzione dei mercati per la carta italiana, tra le più convenienti. C’è spazio, secondo gli strategist obbligazionari, per un nuovo titolo a 15 o 30 anni collocato via sindacato.
Ieri sul mercato grigio il Btp a 3 anni è stato trattato a 0,24% da 0,22% del collocamento di metà novembre, mentre il titolo a 7 anni all’1% circa da 0,91% di metà novembre e il Btp 20 anni al 2,19%, in rialzo da metà ottobre, quando in asta ha toccato il nuovo minimo storico di 1,78%.
ACCELERA PEUGEOT/ FCA. RENAULT AI MINIMI. TESLA SUPERSTAR
Grandi movimenti ieri nel settore auto. Da segnalare l’ennesimo record di Tesla (+9,8%) che ha superato in Borsa l’asticella dei 500 dollari grazie anche all’annuncio che Pechino ha rinunciato a tagliare per quest’anno i sussidi all’auto elettrica La scelta del governo cinese è senz’altro legata alla congiuntura negativa del settore: -8,2% le vendite a 25,3 milioni di pezzi nel 2019.
In questo contesto accelerano le varie partite sul tappeto.
Fca -0,4%. La famiglia Peugeot, che avrà in mano il 6,2% del nuovo gruppo automobilistico nato dalla fusione tra Fiat Chrysler e PSA, punta ad incrementare la sua partecipazione il prima possibile. Lo ha detto Jean-Philippe Peugeot, uno dei membri di spicco della famiglia.
Renault (-2,82%) è scivolata ai minimi da sei anni. Nissan, ha scritto il Financial Times, ha accelerato i piani d’emergenza per una separazione da Renault dopo la drammatica fuga a dicembre di Carlos Ghosn. “Crediamo che l’alleanza sia rotta è non potrà essere ricomposta”, si legge nel commento di Evercore Isi. Intanto Ghosn, barricato in Libano, ha annunciato che porterà in causa la Régie, da cui rivendica 250.000 euro a titolo di pensione.
SOLO SEI BLUE CHIP POSITIVE. GUIDA NEXI
In Piazza Affari sono state solo sei le blue chip a chiudere ieri in terreno positivo: Nexi +1,57%, in recupero dopo lo scivolone dell’ultima seduta con la vendita del 7,7% del capitale da parte dei fondi di investimento che controllano la società; gli analisti di Mediobanca Securities hanno riavviato la copertura con rating outperform (performance superiore al mercato).
Banca Generali +1,26%, in attesa dei dati sulla raccolta 2019; Buzzi +0,51%; Exor +0,29%; Moncler +0,22%. Chiude la lista Stm (+0,85%): Citigroup ha alzato il prezzo obiettivo a 26 euro, confermando il giudizio neutrale.
SOFFRE PRYSMIAN, SI SGONFIA MPS
Più lunga la lista in rosso. Tra i titoli in sofferenza c’è Prysmian (-2,14%): il collegamento sottomarino ad alta tensione tra Scozia e Inghilterra Western Link è stato interrotto venerdì scorso e attualmente non è in funzione.
In rosso anche Atlantia (-2%). Il gruppo è pronto a ripartire con la vendita del 49% della controllata Telepass, dopo offerte lo scorso anno che valutavano tutta la società più di 2 miliardi. La società ha nominato Carlo Bertazzo amministratore delegato. Continua il periodo no di Tim (-2,4%).
Tra le banche si sgonfia Mps: -5,23% dopo il boom di venerdì (+19,69%). Banca Ifis +3,06% in attesa della presentazione del piano industriale.
Hera -1,1%: Fidentiis e Mediobanca bocciano la revisione del piano industriale.
Datalogic è salita del 2,65% a 17,02 euro in scia all’incremento del prezzo obiettivo da 18,5 a 19,5 euro da parte di Kepler Cheuvreux (rating buy).
Forti acquisti su Elica (+9%), Eles (+9%) e Friulchem (+8%).