Sul palco della Convention democratica Barack e Michelle Obama hanno sfoderato gli slogan che sedici e dodici anni fa li portarono dritti alla Casa Bianca, un ritorno al passato che parla di futuro. Hanno parlato di “speranza”, la stessa “hope” che l’allora 42enne Barack riuscì ad accendere negli elettori tanto da diventare il primo presidente nero degli Stati Uniti. Poi è arrivato anche il più famoso “Yes we can”, trasformatosi per l’occasione in “Yes she can”, dove quella lei è Kamala Harris, che può farcela, può battere Donald Trump.
Il ticket Harris-Walz viene sicuramente rafforzato da due interventi diretti, incisivi, calibrati volti ancora una volta a toccare il cuore e non la “pancia” dei cittadini, a far scaturire sentimenti positivi (ottimismo, condivisione, compassione) e non quella rabbia e quel rancore su cui Trump punta il tutto per tutto.
L’intervento di Kamala Harris
“Qualcosa di magico sta accadendo, non solo in questo stadio ma fuori da qui. La speranza sta tornando“, ha detto Michelle Obama nel suo discorso acclamato dai delegati della convention quanto se non di più di quello del marito. L’ex first lady ha definito Harris “la mia ragazza”, come aveva già fatto nel video dell’endorsement, sostenendo che sia “più che pronta a diventare presidente, una delle persone più qualificate ed esperte che hanno corso per la presidenza ed è quella che ha più dignità”.
Michelle Obama ha poi attaccato direttamente Trump: “Chi glielo dice che il lavoro che vuole adesso è un lavoro da neri“, rievocando le frasi razziste dell’ex presidente. E a proposito delle sue insinuazioni secondo cui Kamala Harris e altri democratici “non sono veri americani”, tra cui il marito, ha chiarito: “Nessuno ha il monopolio su cosa significhi essere americano, nessuno”. Poi ha aggiunto: “Far sentire le persone piccole è vergognoso, non è un comportamento da presidenti”.
Il discorso di Barack Obama
Salendo sul palco della Convention l’ex presidente Usa Barack Obama si è detto “pieno di speranza per i ragazzini dal nome buffo”, ricordando il discorso pronunciato 20 anni fa a Boston, quando salì per la prima volta sul palco di una convention democratica e si definì “un ragazzino magro con un nome buffo”. “Questa convention porta fortuna ai ragazzini con i nomi strani”, tipo Barack o Kamala, ha continuato.
“Siamo pronti per la presidente Kamala Harris. È una persona che ha passato la vita a lottare per le persone che hanno bisogno di una voce”, ha sottolineato Obama tra gli applausi. “Non abbiamo bisogno di altri quattro anni di caos“, ha poi detto attaccando Trump.
Obama ha parlato anche di Biden, affermando che “La mia scelta migliore, quando sono stato eletto presidente, è stato nominare Joe Biden come vice. Una persona capace di grande empatia e moralità”. Quindi ha aggiunto: “La storia ricorderà Biden come un presidente che ha difeso la democrazia, in un momento di grande pericolo”.
Infine, anche da parte sua, è arrivato l’attacco diretto all’ex tycoon: “Donald Trump non fa altro che lamentarsi dei suoi problemi, inventare folli teorie cospirazioniste, ed essere ossessionato dalle dimensioni delle folle”. I delegati hanno risposto con un forte “buuu”, ma lui ha subito replicato: “Non fate buuu, votate!”. “Non abbiamo bisogno di altri quattro anni di caos, mugugni e lamentele, da parte di un miliardario che pensa solo a se stesso. Abbiamo già visto quel film, e sappiamo che il sequel di solito è peggio”, ha concluso.
Prima dei coniugi Obama sul palco di Chicago era salito il second gentleman Doug Emhoff. “Kamala è una guerriera gioiosa. Sta facendo per il suo Paese quello che ha sempre fatto per le persone che ama. La sua passione andrà a beneficio di tutti noi quando sarà la nostra presidente”, ha detto colui che potrebbe diventare il primo first gentleman nella storia americana.
Da Milwaukee Harris attacca Trump sull’aborto
Nel frattempo Kamala e Walz erano a Milwaukee per un comizio. “Ieri, senza neanche un momento di esitazione, Donald Trump ha risposto no a chi gli chiedeva se avesse dei rimpianti per l’abolizione della Roe v. Wade. Nessun rimpianto. Ci assicureremo che ne paghi le conseguenze a novembre”, ha promesso la candidata democratica che poi, in collegamento con la convention dem, ha ringraziato per la nomination con la ‘call roll’ celebrativa a suon di musica dei delegati.