Sale il dollaro, le Borse in Asia ed in Europa ringraziano. Per l’ottavo giorno di fila, in attesa di novità sul fronte dei dazi, i mercati orientano gli acquisti verso la valuta Usa, destinata a trarre giovamento anche dall’accordo sul bilancio federale raggiunto nella notte a Washington.
Nell’intesa non si parla però del Muro con il Messico e Donald Trump, che ha aperto ieri a El Paso la lunga corsa per la rielezione, promette colpi a sorpresa. Niente però che possa incrinare l’equilibrio, pur instabile, dei mercati: stenta l’Eurozona, frena la Cina mentre l’economia Usa sembra in grado di proseguire la sua corsa. E così, nonostante non si parli più di rialzo dei tassi, il dollaro rafforza lo sue posizioni sia sullo yen che sull’euro, scivolato nella notte a 1,1267, ai minimi da due mesi mezzo.
Oggi, intanto, si annunciano nuovi colpi di scena sul fronte della Brexit.
Poco o nulla di nuovo, invece, per la finanza italiana. Parlando a Bruxelles con i giornalisti dei conti pubblici italiani il ministro delle finanze della Slovacchia, Peter Kazimir ieri si è espresso così: “Sono cattolico e credo nei miracoli, per cui sono sereno anche quando si tratta delle possibilità dell’Italia di centrare gli obiettivi di riduzione del deficit”.
IL NIKKEI AVANZA DEL 2,4%, PIATTA WALL STREET
Quasi tutte in rialzo le Borse dell’Asia, a partire da quella del Giappone, ieri chiusa per festività: il Nikkei segna un progresso del 2,4% in risposta all’indebolimento dello yen.
A due giorni dalla ripresa del negoziato sui commerci tra Cina e Stati Uniti, l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen guadagna lo 0,8%. Hong Kong +0,3%, Taipei +0,8%, Seoul +0,5%.
L’unica valuta che si apprezza sulla valuta Usa è la rupia indiana.
Poco mossa ieri Wall Street: Dow Jones -0,21%, S&P 500 +0,07%, Nasdaq +0,13%.
Il mercato ostenta ottimismo sui colloqui di Pechino sui dazi. Si prevede quantomeno un rinvio della scadenza dell’ultimatum Usa, oggi fissato al primo marzo.
Apple cede lo 0,6%: secondo Idc le spedizioni di iPhone in Cina sono diminuite del 20%.
Il petrolio Brent tratta a 61,3 dollari il barile, in rialzo dello 0,8%, ieri invece ha chiuso in calo dell’1%.
GLI ESAMI EUROPEI PREMIANO LE BANCHE
Sale il dollaro, risale il rendimento del Bund. E, dopo una settimana molto difficile, si allenta la pressione sulla finanza italiana grazie alla performance del credito. La grande paura di una nuova stretta sulle banche in occasione dei nuovi requisiti Srep, che pure aveva suscitato il panico a dicembre, si è rivelata infatti immotivata. Gli istituti del Bel Paese, una volta tanto, hanno superato la prova a pieni voti, contribuendo a proiettare Piazza Affari in testa alla classifica dei listini nonostante le nubi, sempre più spesse, sull’orizzonte economico e politico del Bel Paese che suscitano preoccupazione, ma anche ironia.
Milano (+1,21% a quota 19.586 punti) è stata la Borsa migliore. Bene Francoforte (+0,99%), Parigi (+1,06%) e Madrid (+0,99%).
Londra +0,84%. Sul fronte macro, il prodotto interno lordo del Regno Unito è cresciuto su base congiunturale solo dello 0,2% nel quarto trimestre 2018. Gli investimenti sono calati del 3,7%, ai minimi dal 2010. La premier britannica, Theresa May, che oggi ha respinto la proposta laburista per un accordo sulla soft Brexit, parlerà oggi alla Camera dei Comuni.
L’Italia deve fare scelte di bilancio responsabili considerando il rallentamento economico in corso, ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, secondo il quale la prima versione della manovra, poi corretta dal governo Lega-M5s su pressioni di Bruxelles, ha già fatto danni.
Il commissario Ue, parlando delle pressioni su Banca d’Italia, ha sottolineato l’importanza di “preservare l’indipendenza della banca centrale e delle istituzioni finanziarie di sorveglianza”.
JP MORGAN VEDE IL PIL IN CALO DELLO 0,3% NE 2019
I dati macroeconomici diffusi nelle ultime settimane hanno spinto JP Morgan a rivedere al ribasso le stime sull’Italia. La nuova previsione sul Pil nell’anno in corso colloca la banca ai vertici della classifica dei pessimisti: -0,3% nel 2019. Nel primo trimestre la contrazione dovrebbe essere dello 0,3%. Il rapporto PIL/Debito pubblico è destinato a salire quest’anno a 133,5%, da 132%.
Il secondario dei Btp ha chiuso in terreno positivo, confermando il recupero evidenziato già in mattinata dopo la pessima performance della scorsa settimana, quando i rendimenti sono balzati al record da metà dicembre.
Sono state principalmente le ricoperture dopo le pesanti vendite delle ultime sedute a consentire una risalita dei prezzi che riporta lo spread tra Italia e Germania al di sotto dei 280 punti base dopo la fiammata di venerdì a 295.
Progressi anche sulle altre scadenze temporali: il rendimento a due anni scende di 6 punti base (0,57%), quello trentennale scende di 10 punti base (23,73%).
Migliora la visione rispetto agli altri bond periferici: lo spread Italia/Spagna si riduce di 12 punti base da 177 a 165.
I MERCATI GIÀ GUARDANO AL RATING DI FITCH
Molto attesa, in questo contesto, l’asta odierna del Bot a 12 mesi. Sul mercato grigio a fine seduta il titolo, offerto oggi per 6,5 miliardi di euro, viaggiava a un rendimento intorno a 0,28%, in linea al tasso di aggiudicazione dell’asta di metà gennaio.
“A guardare i sondaggi per Matteo Salvini si avvicina la possibilità di diventare presidente del consiglio” osserva Christoph Rieger, strategist sui tassi per Commerzbank intervistato da Reuters. “Questo – aggiunge – non elimina il clima di incertezza ma i mercati potrebbero apprezzarlo”.
Di grande importanza l’appuntamento del 22 febbraio, venerdì della prossima settimana, quando in serata si pronuncia Fitch sul rating sovrano italiano, attualmente pari a ‘BBB’ ma con outlook negativo.
VA IN ORBITA BANCO BPM, PREMIATA BPER
Si sono messe in luce le banche. L’indice bancario, solido a livello europeo (+1,24%) ha registrato un vero e proprio exploit in Italia (+1,81%), grazie ad alcuni dati positivi, a partire dai risultati degli Srep. La Vigilanza della BCE ha comunicato nelle ultime ore le soglie minime del Common Equity Tier 1, nella maggior parte dei casi, le indicazioni sono in linea con quelle giunte un anno fa.
In più, c’è il comunicato confortante della Banca d’Italia sull’andamento dei crediti in sofferenza, in dicembre la cifra lorda era pari a 100,2 miliardi di euro, minimo da luglio 2011. Il mese prima, le sofferenze erano 117. Gli NPL netti sono scesi sotto quota 30 miliardi di euro, 29,5 miliardi.
Spicca Banco Bpm (+7,03%), unica banca in Italia ad avere ricevuto una riduzione del requisito company specific visto che “in tutti gli altri casi la Bce ha chiesto un aumento o confermato i livelli 2018”, sottolinea Equita Sim precisando che sul risultato dell’esercizio ha influito il processo di accelerazione del derisking.
Corre anche Bper Banca (+4,14%) Kepler Cheuvreux ha alzato il target price a 4,5 euro da 4, mentre Equita Sim ha spostato il prezzo obiettivo a 5,5 euro da 5,4. Entrambe confermano il giudizio buy. Al contrario, Société Générale ha limato il target price a 3,4 euro da 4,7, lasciando a hold il rating.
Ubi+2,96%. Ben raccolte anche Unicredit (+1,8%) e Intesa San Paolo (+1,23%), azzoppate però da un taglio del target price da parte di JP Morgan: il broker cita per entrambi gli istituti il rischio di un ulteriore appesantimento delle regole Bce relative alla gestione degli Npl, oltre che l’impatto di un tasso d’interesse che potrebbe rivelarsi inferiore alle attese.
Migliore titolo del listino Banca Ifis, specializzata in sofferenze e npl, che balza del 18% circa in scia dei risultati preliminari 2018.
Nel gestito vola Azimut (+3,98%). In un’intervista il presidente Pietro Giuliani ha attribuito le scommesse ribassiste sul titolo a possibili interessi per l’acquisto della società.
SEGNO MENO SOLO PER FCA, AVANZA CNH
L’unica blue chip in terreno negativo è Fiat Chrysler (-0,1%), ancora in sofferenza dopo il -14% seguito al bilancio. Il cfo Richard Palmer ha incontrato gli analisti.
Avanza invece Cnh Industrial (+2%). Positiva anche Pirelli (+1,7%).
Tim +2%. Il fondo Brandes incrementa la sua quota al 2,4%, dal precedente 0,1%. Lo stesso soggetto detiene il 6,61% delle azioni risparmio.
Leonardo +1,5%. La controllata Agusta Westland punta su un ordine da 900 milioni di dollari dalla marina degli Stati Uniti.
LA JUVENTUS (+3%) PERFEZIONA L’ACQUISTO DI RAMSEY
Bene Juventus (+3%). La società ha perfezionato il contratto di prestazione sportiva con il calciatore Aaron James Ramsey con effetti dal 1° luglio 2019 e scadenza al 30 giugno 2023. A fronte del tesseramento del calciatore, Juventus sosterrà oneri accessori per 3,7 milioni, pagabili entro il 10 luglio.
Positiva anche As Roma (+3,4%) alla vigilia del match di Champions League contro il Porto.
Fuori dall’indice principale, sprofonda D’Amico, che lascia sul terreno il 20,7% dopo aver annunciato venerdì a mercati chiusi un aumento di capitale fino a 60 milioni di dollari. Equita Sim ha abbassato il prezzo obiettivo a 0,16 euro da 0,18, con rating hold.