L’operazione di terra nella Striscia di Gaza continua. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken è tornato ieri a Tel Aviv, per la seconda volta in poche settimane, a riprova della tensione che sta salendo in tutto il Medio Oriente e che Washington intende frenare per prevenire un allargamento del conflitto e, allo stesso tempo, convincere il governo israeliano ad accettare una tregua umanitaria a Gaza. Perché Israele ha tutto il “diritto di difendersi e di sradicare Hamas”, ma il “come” lo fa è importante. La risposta del premier israeliano gela però il segretario di Stato Usa: “Non se ne parla. Nessun cessate il fuoco temporaneo senza prima il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas”. Nel frattempo, il capo del gruppo islamico libanese Hezbollah Hassan Nasrallah rompe il silenzio sul conflitto Israele-Hamas, con un discorso “sobrio”: ha celebrato i martiri ma lascianto i “fratelli” palestinesi di Hamas al loro destino, almeno per il momento.
Il discorso di Hassan Nasrallah
L’attesissimo discorso di Hassan Nasrallah che avrebbe dovuto cambiare le dinamiche della guerra in realtà ha deluso le aspettative di molti. Perché Nasrallah non ha annunciato l’ingresso dei suoi combattenti nelle ostilità contro Israele. Ha rilanciato le consuete invettive contro lo Stato ebraico e gli Usa, difeso le azioni degli alleati palestinesi, rimarcanto però più volte che “nessuno sapeva. Si è trattato di un’operazione tutta palestinese, segreta e di successo”, ha detto il leader libanese. Una presa di distanze dall’operato dei militanti di Hamas e un tentativo di smentire chi attribuisce alla sua milizia il merito di averli addestrati e preparati. Il partito di Dio, cosciente dei rischi (la drammatica situazione socioeconomica interna al Libano condiziona fortemente la linea di Hezbollah) si tiene in sospeso tra il “dovere” che lo lega a Hamas e una dichiarazione di “guerra senza la guerra”. La difficoltà di tale strategia sta però proprio nel mantenersi sull’orlo dell’escalation senza innescarla.
Guterres, inorridito da attacco a ambulanze a Gaza
I raid sulle ambulanze riaprono il fronte con l’Onu. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto “inorridito” dall’attacco delle forze israeliane contro un convoglio di ambulanze all’ingresso dell’ospedale Al Shifa, nella città di Gaza, dove sono morte decine persone. L’attacco, confermato dalle forze militari di Israele, è stato pianificato perché il mezzo era utilizzato dai terroristi per il trasporto delle armi nell’enclave. Guterres ha aggiunto che il conflitto “deve finire. Le immagini dei corpi sparsi sulla strada fuori dall’ospedale sono strazianti” si legge nella sua dichiarazione. Anche il capo dell’Organizzazione mondiale della sanità si è detto “totalmente scioccato” dall’accaduto.”Ribadiamo: i pazienti, gli operatori sanitari, le strutture e le ambulanze devono essere protetti in ogni momento. Sempre. Cessate il fuoco ORA”, ha detto il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus.