Petrolio sotto pressione a causa dell’uragano Harvey. Il ciclone, che nel frattempo è stato declassato a tempesta ma ha fatto alcuni morti in Texas, ha colpito e devastato proprio Houston, la capitale dello shale oil americano. Nella sola giornata di sabato Harvey ha messo fuori uso impianti di raffinazione per 900 mila barili e distrutto capacità produttiva per 430 mila barili, ossia il 15% della capacità di raffinazione è andato perduto.
Risultato prevedibile: il prezzo del petrolio è salito, anche se nemmeno troppo, ma soprattutto si è impennato il costo del carburante, con la benzina salita del +4,5% a 1,73 dollari al gallone. Stamane il Brent tratta a 52,58 dollari (+0,3%), il Wti americano a 47,71. Nel 2005 l’uragano Katrina che ha devastato New Orleans ha dimezzato il tasso di crescita dell’economia Usa per sei mesi. Stavolta i danni provocati dalla tempesta tropicale più violenta che abbia mai colpito il Texas dovrebbero essere relativamente più contenuti.