Lo stradominio statunitense nel mondo delle università rimane difficile da intaccare per chiunque. Sia per gli storici atenei britannici che per le nuove leve asiatiche. Figuriamoci per l’Italia che in ogni caso prova a difendersi piazzando in classifica 34 università e diventando il settimo paese più rappresentato al mondo e il terzo dell’Unione Europea dietro a Regno Unito (84) e Germania (47).
I dati arrivano dalla classifica mondiale delle università più famosa al mondo: il QS World University Ranking che tiene conto dei giudizi di 94mila tra docenti, accademici e ricercatori, 44mila manager e direttori delle risorse umane. Lo studio tiene conto di 11.8 milioni di pubblicazioni scientifiche, di 100 milioni di citazioni, di dati sulla distribuzione di 23 milioni di studenti e di circa 2 milioni di docenti e ricercatori.
UNIVERSITà: ECCO LE PRIME 10 AL MONDO
La classifica delle prime 10 università al mondo si distribuisce equamente tra Stati Uniti ed Europa con 5 università made in Usa e 5 colossi del vecchio continente. A tenere alto l’onore europeo è il Regno Unito, con ben quattro università tra le prime 10, seguito dalla Svizzera.
Per l’ottavo anno consecutivo, un vero e proprio record, al primo posto in classifica c’è il Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, l’inarrivabile università americana famosa per il suo attivismo nel mondo della ricerca. Il podio è tutto a stelle e strisce: al secondo posto c’è Stanford, al terzo l’università di Harvard, la più antica degli Stati Uniti.
A rompere momentaneamente lo stradominio americano arriva l’Università di Oxford, al quarto posto, seguita dal California Institute of Technology (Caltech), quinto. Al sesto e settimo posto troviamo rispettivamente ETH Zurich – Swiss Federal Institute of Technology (Svizzera) e l’università di Cambridge. In ottava e nona posizione due fiori all’occhiello del Regno Unito: l’UCL (University College London) e l’Imperial College London. Chiude la Top 10 l’università di Chicago.
LE UNIVERSITà ITALIANE
L’Italia è ben lontana dalla Top 10, ma come detto, oltre a difendersi per numero di Università in classifica, mostra anche alcune eccellenze: “L’Italia possiede eccellenze universitarie straordinarie e ci auguriamo che la sua classe dirigente le sostenga con investimenti adeguati e politiche lungimiranti”, ha commentato Ben Sowter, direttore della QS Intelligence Unit.
La prima università che ha raggiunto un risultato importante è il Sant’Anna di Pisa, 156esima nella classifica generale, ma tra le prime 10 università al mondo quanto a impatto della ricerca prodotta.
Il migliore ateneo italiano in classifica, per il quinto anno consecutivo, è il Politecnico di Milano, salito dal 156esimo al 149esimo posto, migliorando in termini di reputazione e credibilità.
Il Rettore del PoliMi, Ferruccio Resta commenta: “Un passo in avanti per la città di Milano e per il territorio lombardo, ma di cui non ci accontentiamo. Siamo consapevoli che i prossimi risultati dipenderanno dalla nostra capacità di attrarre docenti qualificati dall’estero e dalla volontà del Paese di mettere in atto politiche universitarie adeguate”.
Tra le università tenutein considerazione 5 hanno peggiorato la loro posizione: Ferrara, Brescia, la scuola superiore Sant’Anna di Pisa (da 167 a 177), la Normale di Pisa (da 175 a 204) e la Cattolica. Movimento contrario per Firenze, che guadagna 53 posti salendo alla 448esima posizione. Bene anche l’università di Napoli Federico II, che sale di 48 gradini rispetto alla edizione precedente e classificandosi al 424°. Trento e Pisa entrano tra le top 400 al mondo, classificandosi entrambe al 389° posto, balzando in avanti rispettivamente di 37 e 33 posti.
In salita anche Bologna, la Sapienza di Roma (203°), Padova, il politecnico di Torino, la Statale di Milano, Milano Bicocca, Torino, Genova, Modena-Reggio Emilia. Fanno invece il loro debutto nella classifica di QS World University, piazzandosi nella fascia 801-1000: Parma, Udine, Salerno e il Politecnico di Bari.