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Unipol si avvicina al 20% di Popolare di Sondrio con 236 milioni. Riparte il risiko bancario

Imagoeconomica

Mossa di Unipol su Popolare di Sondrio e il risiko bancario riprende forma. Il gruppo assicurativo bolognese guidato da Carlo Cimbri, mettendo sulla scacchiera oltre 200 milioni, si è aggiudicato un’altra fetta della banca regina della Valtellina e si è portata vicina al 20%. Ora si fa più realistica l’ipotesi di una nuova aggregazione bancaria in Italia che metta insieme l’istituto valtellinese e Popolare dell’Emilia Romagna. A danno del Monte dei Paschi.

Operazione da 235,6 milioni, con un premio di oltre il 6%

Dopo l’annuncio di ieri, Unipol, la compagnia di assicurazione bolognese, già primo socio della Popolare di Sondrio con il 9,5% del capitale detenuto attraverso la controllata UnipolSai, ha completato oggi l’acquisto del 10,2% dell’istituto valtellinese, pari a circa 46.300.000 azioni ordinarie.
L’operazione, con la guida di Equita e Mediobanca che hanno agito da intermediari autorizzati e joint bookrunners, è stata eseguita con l’utilizzo della procedura di reverse accelerated bookbuilding rivolta esclusivamente a investitori qualificati e investitori istituzionali esteri (il “RABB”), il cui regolamento cadrà il 2 ottobre prossimo. Il corrispettivo per l’acquisto delle azioni nell’ambito del RABB è pari a 5,10 euro per ciascuna azione. Complessivamente Unipol ha messo sul piatto circa 235,6 milioni di euro con un premio di oltre il 6% sulle quotazioni del titolo.

A Piazza Affari il titolo della Banca Popolare di Sondrio era arrivato in mattinata a salire fino a 5,06 euro per poi ripiegare a 4,90 euro mantenendo comunque un rialzo dello 0,082% in mattinata. Nell’ultimo mese aveva guadagnato il 14,5%. Bper quota in 2,79 EURo in calo dello 0,11%. A risentirne è Mps vedendo allontanarsi lo scenario di una fusione in Bper, stamane quota 2,38 EUR (-0,46%). Nell’ultimo mese ha per il 6,30%.

La Bce aveva dato già l’ok a inizio settembre

Del resto l’operazione era nell’aria da inizio settembre, quando Unipol ha fatto richiesta alla Bce di salire a ridosso del 20% della Popolare di Sondrio
E infatti nella nota relativa all’annuncio Unipol precisa che “ha ottenuto le necessarie autorizzazioni e nulla osta, da parte della Banca Centrale Europea e delle altre competenti autorità di vigilanza italiane ed estere, ad acquisire una partecipazione qualificata, eccedente il 10% del capitale sociale della banca. Tenuto conto delle normative in proposito applicabili e delle autorizzazioni ricevute, la partecipazione diretta o indiretta detenibile da Unipol in Popolare di Sondrio potrà essere pari al 19,99% del capitale sociale di quest’ultima, al netto delle azioni proprie”.

Le finalità industriali dell’operazione

L’incremento della partecipazione nella banca consentirà a Unipol di “consolidare la partnership industriale e societaria con Popolare di Sondrio nel comparto della bancassicurazione Vita e Danni, rafforzandone l’impostazione in chiave strategica, di aumentare la stabilità dell’assetto azionario” della banca guidata da Mario Pedranzini “per il positivo perseguimento dei propri obiettivi di piano industriale e di stimolare l’evoluzione della banca secondo le migliori practice di mercato”, spiega il gruppo assicurativo bolognese
La strategia di Unipol si motiva dunque con una piena logica industriale, che trova già nella condivisione della bancassurance la sua prima attuazione. Tra Bper e Sondrio, infatti, la partnership assicurativa vale il 39% della raccolta nel settore Vita e il 6% nei Danni. Una volta concluso l’acquisto, resta da capire come intendere procedere Unipol, che è già azionista al 19,9% di Bper, stessa quota acquisita nella banca valtellinese.

Si riaccende il risiko bancario. A discapito di Mps

La mossa riaccende il tema del risiko bancario, anche perché Unipol non ha mai nascosto la strategia di “socio perno” nel settore bancario italiano, deciso a creare un polo forte intorno a Bper, che negli ultimi anni ha acquisito Cariferrara, Unipol Banca, 620 sportelli da Ubi, e Carige. Un’aggregazione tra i due istituti di credito allontanerebbe invece Bper dalla lista dei papabili per il matrimonio con il Monte dei Paschi, che, al di là delle possibili cessioni sul mercato di parte della quota del Ministero dell’Economia, è sempre alla ricerca di un partner. Se Pedranzini è stato di recente rinnovato grazie anche al supporto di Unipol contro la lista di minoranza dei fondi, il mandato di Piero Montani da amministratore delegato di Bper scadrà a primavera prossima. E dalle scelte sul suo futuro si potrà cominciare a capire anche quello delle due banche.

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