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Unipol detta le condizioni per la fusione con Fonsai e vuole il 66,7% del nuovo polo assicurativo

UNIPOL OFFRE 0,195 EURO PER PREMAFIN (3,38 PER FONSAI)

AI LIGRESTI RESTA L’11,6% (MA IN PARTE ESTEROVESTITO)

Il Cda di Unipol ha fissato le condizioni per il progetto di fusione con Fonsai. Secondo la compagnia bolognese capitanata da Carlo Cimbri, il prezzo dell’aumento di capitale di Premafin non deve essere superiore a 0,195 euro per azione. L’ultimo prezzo segnato nel corso della seduta prima della sospensione del titolo è stato di 0,2922. Inoltre, per quanto riguarda i concambi tra le varie società coinvolte nell’operazione l’obiettivo della compagnia delle coop è di arrivare al 66,7% del nuovo maxi-polo. Il gruppo bolognese, insomma, non arretra dalla proposta iniziale, nonostante il pressing finale degli advisor di casa Ligresti e l’opera di mediazione dei registi dell’operazione, i creditori Mediobanca e Unicredit.

In sintesi, con la proposta di un prezzo di 0,195 euro per azione, valuta Premafin fino a 80 milioni di euro, una stima che implica una valutazione della quota in Fonsai di 3,38 euro per azione, largamente superiore alla quotazione in Borsa odierna di 0,82 euro. La compagnia bolognese punta ad ottenere una quota di almeno l’83% di Premafin all’esito della ricapitalizzazione della holding, secondo quanto si ricava indirettamente dal prezzo massimo che il gruppo delle coop rosse è disposto a pagare per le nuove azioni che Premafin deve emettere nell’ambito dell’aumento di capitale riservato.

Al prezzo massimo di 0,195 euro per azione, nel caso di sottoscrizione integrale dell’aumento da 400 milioni di euro, Unipol verrebbe a detenere circa 2,051 miliardi di azioni di Premafin, a cui, per formare il nuovo capitale sociale, andrebbero aggiunte i 410 milioni di azioni già in circolazione. Le azioni di Unipol rappresenterebbero circa l’83,3% della Premafin ricapitalizzata. Se così fosse, in mano agli attuali azionisti resterebbe circa il 16,7% del capitale. Di questo l’11,6% sarebbe dei Ligresti, qualora venisse confermato il “sospetto” della Consob secondo cui i trust off-shore sono riconducibili alla famiglia siciliana. Qualora l’aumento di capitale di Premafin riservato a Unipol fosse inferiore ai 400 milioni di euro i valori sarebbero destinati e subire delle piccole variazioni.

Nella nota emessa a fine riunione da Unipol Gruppo Finanziario (Ugf) e Unipol Assicurazioni, si legge che le società ”intendono proseguire nel progetto di integrazione qualora i consigli di amministrazione di Premafin, Fondiaria Sai e Milano condividano, per quanto di rispettiva pertinenza, i termini economici sopra riportati”. Il prezzo indicato per sottoscrivere l’aumento di capitale in Premafin (400 milioni) ”per essere considerato congruo secondo le correnti metodologie valutative, anche in ragione degli obiettivi perseguiti da Ugf con il progetto di integrazione” non dovrà essere superiore a 0,195 euro per azione.

Inoltre, secondo quanto deliberato dai due Cda a Bologna con il supporto degli advisor Lazard, Jp Morgan e Studio Gualtieri e Associati, ”il concambio della fusione, al fine di rispecchiare i valori economici delle società coinvolte, cosi’ come emergenti dalle analitiche ed approfondite valutazioni effettuate in questi mesi” deve prevedere che ”la partecipazione detenuta da Ugf nel capitale sociale ordinario di Fondiaria Sai, quale società incorporante nel contesto della fusione, sia pari al 66,7%”.

Nella nota viene ricordato che l’incorporazione in Fonsai di Premafin, Milano e Unipol Assicurazioni e’ finalizzato ”al ripristino di adeguati margini di solvibilità per Fondiaria Sai e alla creazione di un primario operatore nazionale nel settore assicurativi”.

La proposta di Unipol è stata recapitata al Cda di Premafin. Già in giornata, dopo la valutazione dei vertici della holing, seguirà l’esame dei consigli di Fonsai e Milano Assicurazioni. Avvicinata dai cronisti all’uscita da una delle sedi del gruppo, dopo una riunione di famiglia, il presidente di Fonsai Giulia Ligresti ha evitato anticipazioni. “Abbiamo un consiglio” si è limitata a dire.

Intanto in mattinata gli avvocati Giuseppe Lombardi e Marco De Luca, che assistono la famiglia Ligresti, sono andati in procura a Milano dove hanno incontrato il pm Luigi Orsi. I magistrati, in questi giorni, stanno valutando se sussistano le condizioni per chiedere il fallimento di Imco e Sinergia. I legali del gruppo, avrebbero prospettato al pubblico ministero un accordo di ristrutturazione dei debiti in base all’articolo 182 bis della Legge fallimentare. Il tentativo è di fermare una eventuale richiesta della procura che potrebbe ripercuotersi anche sull’operazione di fusione con Unipol.

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